domenica 4 aprile 2010

RIFF: CINEMA INDIPENDENTE A ROMA

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Parte fra pochissimo, per l'esattezza giovedì 8 aprile, il RIFF - Roma Independent Film Festival. L'associazione omonima che lo promuove e organizza è nata nel 2001 con lo scopo di promuovere la cinematografia indipendente italiana ed internazionale, accrescendo la visibilità, presso gli operatori ed il pubblico, di quelle produzioni cinematografiche considerate molto spesso minori soltanto perché lontane dai grandi circuiti commerciali. E questo esattamente fa, fedele alla propria mission, proponendo anche quest'anno – per la nona volta - un programma interessante e variegato. Per oltre una settimana, presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma (al quartiere Pigneto), saranno proiettate pellicole provenienti da ogni parte del mondo: cortometraggi, lungometraggi, documentari e corti d’animazione, tutte opere prime indipendenti, con anteprime italiane e straniere. In questo momento storico di passaggio, in cui (quasi) tutto è disponibile grazie alla Rete ed è virtualmente possibile costruirsi a casa propria un festival su misura, il senso di esistere di un festival di cinema tradizionalmente inteso va secondo me ricercato unicamente nell'indipendenza dello sguardo del curatore, nei percorsi che suggerisce, nelle “perle” che riesce a scovare in giro per il mondo. Può trattarsi di cose non (ancora) viste, invisibili, remote, ma anche di pellicole già presentate al pubblico che vengono rilette in chiave diversa. E questo fa il RIFF di Roma, proponendo opere prime indipendenti, che sono le più difficili da vedere, quelle che meglio fotografano la contemporaneità, svincolate come sono dalle logiche del blockbuster o dei grandi festival. Non che a Roma passino solo film cosiddetti di nicchia, anzi. Ne è un esempio Alle Anderen (Everyone Else) di Maren Ade, vincitore di un Orso d’argento allo scorso festival di Berlino, un film molto bello che non vedremo mai in sala, purtroppo, condividendo così il destino di moltissime altre pellicole pur amate dal pubblico dei festival. Penso al documentario Disko ja tuumasoda dell'estone Jaak Kilmi o a Crnci dei croati Goran Devic e Zvonimir Juric, da vedere assolutamente per chi se li sia persi a gennaio al Trieste Film festival.




Sul sito ufficiale del festival è disponibile il programma completo della rassegna. Noi, come sempre, ci “limitiamo” a segnalare i titoli che appartengono – per ambientazione, provenienza dell'autore o paese di produzione – all'area dell'Europa centro-orientale.

Ecco quindi alcuni consigli di visione:

LUNGOMETRAGGI

ALLE ANDEREN (Tutti gli altri), Germania, 2009, 35mm, col., 119', regia di Maren Ade
Il film racconta la storia di Gitti e Chris, una coppia di trentenni che sta trascorrendo una vacanza in Sardegna. Una relazione stabile, fatta – come per tutte le coppie – di dinamiche e piccoli rituali quotidiani sconosciuti agli altri. Questo equilibrio viene messo in crisi da un evento apparentemente di poca importanza cioè l'incontro con un'altra coppia che vive vicino a loro. Inizia così per i due una sorta di “esperimento” sociale, in cui Gitti e Chris mettono alla prova il proprio rapporto giocando con i ruoli di genere della coppia tradizionale.
La regista Maren Ade è nata a Karlsruhe (Germania) nel 1976. Ha studiato produzione de economia dei media al Munich College of Television and Film, prima di diplomarsi in regia cinematografica e televisiva. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, ha esordito nel lungometraggio nel 2003 con DER WALD VOR LAUTER BÄUMEN. Mare, che è anche produttrice, firma con ALLE ANDEREN il suo secondo film.

ARTIMOS ŠVIESOS (Luci basse), Lituania, 2009, 35mm, col., 92', regia di Ignas Miškinis
Road movie urbano di atmosfera, storia d’amore e film sull’amicizia che racconta l'incontro fra tre persone sole, due uomini e una donna, unite per una notte da un rito bizzarro: quello della guida notturna attraverso le vie della città. Il viaggio trasforma la città fredda e gretta in uno spazio inesplorato e imprevedibile, pieno di libertà, intimità, amore e speranza. Si tratta di catturare proprio questi momenti in cui lo spazio sconfinato della città e il vuoto delle notti suburbane sfociano nella certezza di poter divenire padrone di un proprio mondo nell’oscurità della notte.
Ignas Miškinis è nato nel 1978 a Vilnius. Ha diretto diversi cortometraggi, prima di realizzare il suo primo lungometraggio nel 2007, Diringas, successo di pubblico e di stampa. Ha curato la regia di spot televisivi, spettacoli per il canale “LNK”, si è occupato del suono per diversi film e serie televisive. ARTIMOS ŠVIESOS è il suo secondo lungometraggio.

CRNCI (I neri), Croazia, 2009, 35mm, col., 78', regia di Goran Dević e Zvonimir Jurić
Guerra. Una città sotto assedio. La tregua è stata firmata da poco e la squadra nota come i neri, che portavano a termine tutti i lavori sporchi, deve essere sciolta. il comandante Ivo, che ha perso tre dei suoi uomini, prepara l’azione per recuperare i loro corpi nella foresta e, nonostante il cessate il fuoco, fa saltare una diga causando gravi perdite al nemico. i membri superstiti della squadra, perseguitati dal senso di colpa e dai dubbi personali, passano all’azione. sul campo di battaglia, scopriranno che il nemico che stanno cercando si nasconde nel luogo in cui meno se lo aspettano: dentro di loro. Il film ha vinto il premio per la miglior Regia, miglior attore non protagonista e miglior sound Design al Festival di Pola e il Premio per la regia a Cottbus.
Goran Dević è nato in Croazia nel 1971. Si è diplomato in regia cinematografica e televisiva presso l’accademia d’Arte Drammatica (Akademija Dramske Umjetnosti) di Zagabria, dove lavora come assistente alla cattedra di Cinema documentario. Dević è anche il fondatore e produttore della società di produzione 'Petnaesta umjetnost'. Il suo cortometraggio Uvozne vrane è stato presentato nel 2006 al Trieste Film Festival.
Zvonimir Jurić è nato a Osijek, in Croazia, nel 1971. Si è diplomato in regia cinematografica e televisiva presso l’accademia d’Arte Drammatica (Akademija Dramske Umjetnosti) di Zagabria nel 1999. Da allora, ha diretto diversi documentari e un lungometraggio tratto da un suo soggetto. Ha diretto anche serie televisive e l’episodio del film collettivo Sex, Piće i Krvoproliće. Lavora e vive a Zagabria.
(scheda e biografia dal catalogo ufficiale della 21a edizione del Trieste Film Festival)

DOCUMENTARI

DISKO JA TUUMASÕDA (Disco e guerra atomica), Estonia/Finlandia, 2009, Digibeta, col. & b-n, 80', regia di Jaak Kilmi
Disko ja tuumasõda racconta la storia di uno strano tipo di guerra dell’informazione, una guerra in cui un regime totalitario affronta gli eroi della cultura popolare e ne esce sconfitto. negli anni ’70, gli abitanti di Tallinn rimanevano incollati allo schermo della televisione a seguire le avventure di Emmanuelle e Dallas, un vero atto di coraggio se si pensa che la tv estone era sotto stretto controllo da parte del KGB. La televisione finlandese, che trasmetteva i programmi occidentali in tutto il golfo della Finlandia, era una vera e propria finestra su un mondo di sogni che le autorità non riuscirono mai a bloccare in alcun modo. era infatti il ripetitore eretto dagli americani sulla costa vicino a Helsinki ad assicurare che tutto il nord dell’Estonia ricevesse il segnale. Kilmi ha usato moltissime immagini di serie tv, film, spot e telegiornali (oltre che ricostruzioni di suoi ricordi personali) in un film che ha il sapore di una storia di spie, una tragicommedia che racconta una versione alternativa della storia recente e delle piccole storie personali che nasconde.
Jaak Kilmi è nato nel 1973. Si è diplomato in regia presso il Dipartimento della Cultura dell’Università pedagogica di Tallinn. Ha co-diretto e prodotto diversi cortometraggi, documentari e due lungometraggi. Kilmi ha fatto parte della Commissione cinema del Fondo culturale estone e dell’agenzia per il cinema estone, oltre che dell’associazione estone dei giornalisti cinematografici (divisione estone della FIPRESCI) a partire dal 1995. Dal 2001, insegna regia all’accademia d’Arte estone e all’Università di Tallinn. Disko ja tuumasõda ha ricevuto una menzione speciale e il Premio FIPRESCI al festival Black Nights di Tallinn.
(scheda e biografia dal catalogo ufficiale della 21a edizione del Trieste Film Festival)

OMORI ASSZONYOK (Vecchie di Omor), Ungheria, 2008, Beta SP, b-n, 36', regia di Balázs Krasznahorkal
Uccidere, assassinare: è questo il significato di Omor, un villaggio con un nome ungherese situato 40 km. a sud di Timisoara. Per questo motivo il nome doveva essere cambiato anni fa; fin d’allora viene chiamato, in rumeno, Roviniţa Mare. Ma il nome ungherese, Omor, resiste ancora. Il documentario, come una poetica “linea di esistenze”, penetra negli intrecci dei destini delle vedove ungheresi che vivono là.
Balázs Krasznahorkai è nato a Gyula (Ungheria) nel 1975. Nel 2007 si è diplomato al Dipartimento di regia cinematografica presso l’Hungarian Academy of Drama and Film. Ha partecipato a molti Festival internazionali di cinema con i suoi cortometraggi. Attualmente sta lavorando alla pre-produzione del suo primo lungometraggio. Omori asszonyok è il suo terzo documentario.

VOICES UNVEILED: TURKISH WOMEN WHO DARE (Voci svelate: donne turche che osano), Stati Uniti, 2009, Digibeta, col. 69', regia di Binnur Karaevli
Girato in Turchia, il documentario racconta la storia di una società in rapida evoluzione, in bilico fra oriente ed occidente, attraverso la vita di tre donne: un'artista, un'attivista e una ballerina. Belkis, Nur e Banu sono l'esatto contrario dello stereotipo della “donna musulmana”: dinamiche, istruite e spesso provocanti, sono donne e che non hanno paura di inseguire i propri sogni. Il film le segue nella loro lotta continua per vivere una vita piena e cambiare la società in cui vivono.
Binnur Karaevli è nata e cresciuta a Istanbul e ha ottenuto il suo BFA in drammaturgia all’Università Carnegie-Mellon e il suo MFA in produzione cinematografica alla USC. I suoi cortometraggi di fiction, Dance of the Whirling Dervish ed Evelyn of the Desert, hanno ricevuto i primi premi ai festival di Norimberga e New Orleans e all’Istanbul International Film Festival. Ha lavorato a numerosi documentari e fiction internazionali.

CORTOMETRAGGI

BABYLON 2084, Germania, col., 30', regia di Christian Schleisiek
E90-1248 è addetto allo smistamento del materiale da costruzione di una delle due torri, poste l'una di fronte all'altra, situate in una immensa distesa d'acqua. La sua vita è dedicata alla costruzione della torre, perché il livello dell'acqua sta salendo. A causa di un incidente, E90-1248 si ritrova in uno dei piani più bassi dell'edificio dove sono ammassate tutte le persone che non possono essere ospitate nei piani alti della torre.

Infine, lo SPLIT INTERNATIONAL FESTIVAL OF NEW FILM presenta
TESSUTI MEDITERRANEI - 9 CORTOMETRAGGI DIGITALI DA SPLIT (Spalato), Croazia
La selezione, curata da da Josko Jeroncic e Duje Skarcic, coimprende:

22:22 di Tonci Gacina, DV, 2008, 4’ 8”
Sul lato est di una stazione ferroviaria, nella città di Spalato, anni fa furono costruite delle case per il personale impiegato nella ferrovia, dove tuttora vivono delle persone. Questo breve documentario li segue in un breve momento della loro esistenza.

VELIKA OCEKIVANJA di Renata Poljak, S16mm/HD, 2005, 17’
L’uomo e l’architettura parlano lo stesso linguaggio. Il genere umano e la violenza dell’architettura sono il risultato dell’infezione dallo stesso virus...

CLASSROOM di Dragan Djokic DV 2009, 2’21”
Un esperimento con suono e immagine, questo corto esplora l’energia del montaggio.

KUSTOS SWING di Vanja Cinic, DV, 2008, 10’35”
Lord Martin Bottom spedisce una lettera aperta alle donne amministratrici croate, invitandole ad un incontro. Il suo intento è quello di investigare sulla dimensione comportamentale nella costruzione di una microstruttura sociale.

PARALLEL SPACE MOVEMENT di Suncica Fradelic, HD, 2009/10, 7’
Coreografia tratta da un pezzo di Steve Reich per chitarra elettrica, “Counterpoint 1”.

IRAK-DANSKA di Tanja Minarik, DV, 2008, 3’13”
Eravamo vicini. E poi... è partito.

SHIPYARD BLUES di Goran Cace, Beta SP, 2005, 25’34”
Una giornata in un cantiere navale di Spalato: il documentario mostra la vita e il lavoro delle persone, circondate dai fumi del rumore e dal silenzio delle macchine.

TIJELO di Milan Sabic DV, 2008, 1’30”
Questo video si basa sul concetto dei due estremi di una persona – l’anima e il corpo. Alternandosi aritmicamente tra le due parti, è possibile mescolarli...

SPLITSKI AKVAREL di Boris Poljak, Digi Beta, 2009, 15’
Znjan, una delle spiagge di Spalato, è stata creata riempiendo la costa di sabbia, presa dal mare, e viene utilizzata anche come parcheggio; questo le dà la connotazione di città di mare per cittadini poco abbienti. Gente che nuota, il mare, le macchine e le barche che vibrano nella calura dell’estate, quasi come fosse un quadro pointilliste.

RIFF - Roma Independent Film Festival
8-16 aprile 2010

www.riff.it
ufficio stampa:
Marino Midena, Elisabetta Colla (+39.347.7162033 - +39.333.2736455)
ufficiostampa@spet.it, elisabetta@spet.it

questo post è stato pubblicato anche su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema

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