KATALIN VARGA (Romania/Gran Bretagna/Ungheria, 2009, 35mm, 82', col.) di Peter Strickland, distribuito in Italia da Archibald Film.
Cacciata di casa all’improvviso dal marito Zsigmond che ha scoperto, per un pettegolezzo, che il piccolo Orbán, nove anni, non è suo figlio come credeva, la pragmatica Katalin Varga non si perde d’animo e, abbandonato il villaggio dove ha vissuto per un decennio lavorando alacremente, attraversa le campagne della Transilvania insieme al bambino a bordo di un carretto a cavalli, in cerca di vendetta e di un passato doloroso che sperava di potersi lasciare alle spalle per sempre.
Peter Strickland (Reading, Inghilterra, 1973) si dedica giovanissimo ai film in Super8 e alle produzioni teatrali. Nel 1995 firma il corto
Bubblegum (Gomma da masticare), per poi lanciarsi nella carriera musicale con il gruppo The Sonic Catering Band. Dopo il secondo corto,
A Metaphysical Education (Un'educazione metafisica, 2003) debutta nel lungometraggio con
Katalin Varga.
Assolutamente imperdibile la prima retrospettiva italiana completa dedicata al pittore e animatore russo
ALEKSANDR PETROV, realizzata con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Dipartimento Animazione. Aleksandr Konstantinovič Petrov (Prečistoe, distretto di Jaroslavl’, Russia, 1957) è regista, disegnatore e animatore. Compie i primi studi presso l’Istituto d’Arte di Jaroslavl’ e, diplomatosi all’Istituto di cinematografia VGIK di Mosca sotto la guida di Ivan Ivanov-Vano, uno dei maestri indiscussi dell’animazione sovietica, lavora come disegnatore presso gli Studi della Armenfilm e di Sverdlovsk. Si specializza ulteriormente ai Corsi Superiori per sceneggiatori e registi (VKSR) con i maestri Fëdor Chitruk, Jurij Norštejn e Garri Bardin. Sin dal suo debutto nella regia Petrov si avvale della particolare tecnica della pittura a olio su vetro che, sempre più perfezionata, diventa il segno distintivo delle sue opere, pluripremiate in numerosissimi Festival internazionali. Candidato più volte all’Oscar, lo vince nel 2000 con
Il vecchio e il mare, realizzato in Canada. Attualmente vive a Jaroslavl’, sede della sua casa di produzione Panorama.
Molto interessante anche l'iniziativa "
Rom città aperta". Il Centro Nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza (CNDA) e Sottodiciotto propongono un programma speciale dedicato alla realtà dei Rom e dei Sinti e mirato a scardinare, almeno in parte, luoghi comuni e stereotipi radicati nel nostro immaginario. Un cambio di prospettiva attivato fin dalla fase di ideazione attraverso il coinvolgimento nel progetto di
Laura Halilovic, la giovanissima regista Rom di
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen, che ha contribuito a selez
ionare i film in programma. Il risultato è una rassegna di documentari che offre un ventaglio di visioni estremamente variegato sulla condizione dei giovani Rom in Europa. Si va dal ceco
O topanki al francese
La bougie n’est pas faite de cire mais de flammes, dal bulgaro
Gipsy Summer al francese
Citizen Manouche, per finire con
Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef (di cui abbiamo già parlato
qui).
Ad arricchire il quadro delle proposte una serie di appuntamenti che offriranno agli spettatori nuove occasioni di riflessione e conoscenza, tra cui una tavola rotonda aperta alla comunità romanì e al mondo dell’associazionismo e delle istituzioni che si occupano della sua integrazione. Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcuni brani video tratti dalla puntata di Presa diretta“Caccia agli zingari” di Riccardo Iacona. La presentazione di
Non chiamarmi zingaro (Chiarelettere, 2009) del regista teatrale
Pino Petruzzelli vuole essere l’occasione per rivivere con l’autore la sua lunga frequentazione del popolo Rom e per rinarrare alcune storie di straordinaria normalità che hanno trovato asilo nello spettacolo teatrale omonimo, diretto e interpretato da Petruzzelli, in tournée da quest’autunno in tutta Italia. La proiezione speciale di
Swing, capolavoro di Tony Gatlif, rivolta alle scuole, consentirà invece di avvicinare gli spettatori più giovani alla cultura e alla musica manouche. Per finire, la proiezione dei film di Laura Halilovic e l’incontro con il pubblico - arricchito dagli interventi di
Moni Ovadia e
Costanza Quatriglio - sarà introdotta da un’originale rivisitazione del cinema muto di
David W. Griffith: due dei suoi primissimi lavori,
Le avventure di Dollie e
La villa isolata, che mettono in scena stereotipi legati alle comunità Rom (come lo zingaro ladro di bambini) verranno sottoposti a una sorta di ironico “contrappasso”, attraverso il commento musicale dal vivo da parte del gruppo
Bruskoi Triu, band gitana nata dalla spontanea collaborazione di musicisti Rom e italiani.
Anche al Sottodiciotto non può mancare un ricordo visivo del
ventennale della caduta del Muro di Berlino. Per l'occasione, il festival propone, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin,
4 lungometraggi - tre dei quali realizzati nella RDT - che rendono possibile esplorare la condizione infantile e giovanile in una Germania divisa che non esiste più ma che ha lasciato segni profondi nella cultura, nell’arte, nella storia dell’ultimo mezzo secolo. In doppia proiezione, una per le Scuole Secondarie di II grado e una per la cittadinanza, l’appassionante opera prima
Wie Feuer und Flamme, tratta da una sceneggiatura dell’attrice Natja Brunckhorst, celebre per la trasposizione cinematografica di Christiane - F. Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, che ricostruisce a vent’anni di distanza la Berlino di inizio anni Ottanta, spaccata in due dal Muro e percorsa da una creatività sotterranea quanto effervescente e vitale. È invece girato realmente negli anni '80
Sabine Kleist, sieben jahre, un viaggio di esplorazione “ad altezza di bambina” delle strade berlinesi e di un passato sconosciuto alle giovani generazioni.
Sieben Sommersprossen permette invece di gustare una breve tappa balneare, sfondo ideale per la scoperta del primo amore di due ragazzi e, forse, di un modo più personale di vivere e di sognare, lontano dalle regole e dalle convinzioni imposte dall’alto. Infine,
Berlin - Ecke Schönhauser, realizzato prima della costruzione del Muro, indiscusso cult moviegenerazionale più volte definito il “Gioventù bruciata della DDR”.
(le informazioni sul programma sono tratte dal sito del festival)