martedì 12 febbraio 2013

Impronte nella neve: uomini e tigri

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Una tigre è il prodotto che si ottiene 
accoppiando l'agilità e gli appetiti di un gatto
con la massa di un frigorifero industriale.
La tigre, p. 28

Prima che tu la veda una volta sola,
la tigre ti ha visto cento volte.
Cacciatore della taiga


“Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza”: La tigre di John Vaillant ha un sottotitolo intrigante e carico di promesse che riesce perfettamente a mantenere. A metà fra il reportage e il racconto d'avventura, racconta la storia di un'umanissima tigre e di un uomo che ha imparato a ragionare come un felino. A lui spetta il compito di trovarla prima che lei dimostri a che punto può arrivare una bestia intelligente con un obiettivo chiaro e tutti i mezzi fisici per raggiungerlo.  I due vivono nell'estremo oriente russo, ai confini con la Cina.
È una storia vera, ma questo conta davvero molto poco. Vaillant (scrittore e giornalista pluripremiato) ci trascina in un viaggio avanti e indietro nello spazio-tempo russo, in cui si mescolano cenni storici, aneddoti, racconto etnografico, trattato naturalistico e saggio di etologia, e che parte da un presupposto affascinante: uomini e tigri hanno un percorso comune, una relazione di lunga durata alle spalle e solo di recente hanno cominciato a non riconoscersi più come compagni di viaggio.


La sensazione più frequente che ho provato leggendo il libro è quella - scomodissima e bellissima al tempo stesso - di trovarmi immersa nella neve fino alle ginocchia, al freddo e lungo un sentiero appena tracciato nella taiga, in un punto sperduto della Russia più estrema. In un momento della Storia che potrebbe essere oggi, gli anni '90 immediatamente successivi allo sgretolamento dell'URSS (com'è nel libro), l'epoca degli Zar, non importa quando. A fare i conti da sola con la paura che ti mette addosso una cosa (vivente) che è più grande di te e di qualunque uomo o donna, perché è la personificazione della Natura stessa, contro cui puoi davvero poco. Soprattutto se questa è una natura “senziente”, come racconta Vaillant.

Ora, fra le mie passioni c'è quella per la cultura russa, che da sempre suscita in me un'attrazione irresistibile. Come capita con tutte le grandi passioni (o ai presuntuosi, non saprei dire), ogni volta che incontro un libro, un film, qualunque cosa parli di Russia la prima cosa che valuto è quante cose contiene che già non sapessi. A che serve, direte voi? A nulla, ognuno si diverte come vuole ;)
Per assecondare questo mio maniaco approccio personale alla lettura di cose russe, ho deciso di riassumere ciò che ho trovato ne La tigre in due elenchi. Un po' la versione blogger del “ce l'ho, non ce l'ho”. Per dare un'idea di cosa ci potreste trovare in questo libro. È ovviamente solo una delle piste possibili... :)

10 cose che sapevo già e che il libro mi ha ricordato, per cui grazie!
  1. Le tigri prediligono postazioni sopraelevate. Se ti trovi a meno di 100 metri da una tigre, ecco la classica nozione che non ti serve a nulla sapere.
  2. “In Russia, dopo la perestrojka, praticamente ogni cosa fu messa in vendita”. Ma anche: "Il processo di apertura dell'Unione Sovietica avviato da Michail Gorbačëv ricordò l'apertura del vaso di Pandora: non c'era modo di sollevare gradualmente il coperchio. Una volta socchiuso, fece uscire ogni cosa. Nel caso della Russia, per di più, il vaso finì in cocci”.
  3. “La Siberia, «faccia nascosta della Russia», più che una frontiera è un margine di errore”.
  4. “Considerato in passato una provincia della Mongolia esterna, il Primorje, o Primorskij Kraj, è il territorio più sudorientale della Russia; oltre a ospitare circa due milioni di abitanti, è il rifugio assegnato dall'uomo alla maggior parte delle tigri dell'Amur”.
  5. “Molti siberiani, per indicare la Russia occidentale, usano il termine materik, «continente», che è pressapoco lo stesso concetto che gli abitanti dell'Alaska hanno degli stati americani tra il confine con il Canada e quello con il Messico”. Sicilia, Sardegna... tutto il mondo è paese.
  6. In Asia non c'è recesso dell'umana memoria in cui, da qualche parte, non stia in agguato una tigre”. 
  7. Lo scrittore “Vladimir Arsen'ev fece da solo, per il Primorje, quello che gli esploratori Meriwether Lewis e William Clark e lo scrittore James Fenimore Cooper fecero insieme per l'Ovest americano”. Il libro è bello, ma il film di più: Dersu Uzala, capolavoro di Akira Kurosawa.
  8. “Il Fato è da sempre una forza potente in Russia, dove da generazioni i cittadini hanno scarso controllo sulla propria sorte”. Nel Primorje, la tigre è la cosa più vicina al fato che si possa immaginare. Dopo lo Stato, ovviamente.
  9. “Il legame profondo tra i russi e la terra - proprio nel senso di «suolo» - è più forte di ogni altra appartenenza, eccezion fatta, forse per la famiglia.”
  10. Le tigri continuano a essere uccise per futili motivi.
Utagawa Kuniyoshi, Yang Xiang protegge il padre da una tigre, 1840.









10 cose che non sapevo e che sono stata contenta di imparare, per cui grazie!
  1. “Le popolazioni indigene del Primorje hanno sempre riconosciuto e accettato la supremazia della tigre, e se alcuni clan elessero questo animale a loro diretto antenato, fu proprio per placarlo e al tempo stesso condividerne la forza”.
  2. “Il marchio registrato Viagra deriva dalla parola vyaaghra, ovverosia, in sanscrito, tigre”.
  3. “L'Estremo Oriente non aveva conosciuto la servitù della gleba e storicamente la regione aveva rappresentato un rifugio sicuro per un'accozzaglia multietnica di banditi, disertori, bracconieri, cacciatori di pellicce e Vecchi Credenti perseguitati (una frangia conservatrice della Chiesa ortodossa). [...] Aggiungete la popolazione mandata al confino e otterrete un crogiuolo demografico più mutevole e instabile di qualsiasi melting pot.
  4. “Tra il 1992 e il 1994 le tigri uccise furono un centinaio, vale a dire circa un quarto di quelle che popolavano la regione. La maggior parte finì in Cina”. E ancora: “Nell'Asia odierna il traffico di animali è un'industria da miliardi di dollari e circa tre quarti della fauna selvatica trattata finiscono in Cina, divenuta ormai un autentico buco nero per molte specie a rischio”. La Cina, bisogna essere sinceri, non ci fa una gran figura, in questo libro.
  5. “Nell'intento di riportare almeno una parvenza di legalità nelle foreste del Primorje, il governo locale, dietro pressioni di enti ambientalisti internazionali disposti a fornire aiuti finanziari, istituì l'Ispettorato Tigre. Le pattuglie, dotate di fucili, videocamere e ampi poteri di polizia, ricevettero l'incarico di intercettare i bracconieri e porre un freno al dilagare dei conflitti fra tigri ed esseri umani”. Siamo a metà degli anni '90.
  6. “Il Primorje è il punto di incontro di quattro bio-regioni distinte: taiga siberiana, steppe mongoliche, aree subtropicali della Corea e della Manciuria, foreste boreali dell'Estremo Nord”. Dal punto di vista delle classificazioni botaniche, un bel problema. Vaillant avanza una proposta curiosa: giungla boreale.
  7. “Delle 6 sottospecie di tigre ancora esistenti, solo quella dell'Amur si è adattata all'habitat artico”. E inoltre: “La tigre dell'Amur ha un approccio stalinista alla concorrenza. Oltretutto, è un predatore straordinariamente versatile, in grado di sopravvivere a temperature comprese tra i 45 sotto zero e i 38 sopra, e di volgere a proprio vantaggio praticamente ogni condizione climatica”. Empatizziamo sempre di più con il protagonista del libro, che ne sta inseguendo una...
  8. “La vita invernale di una tigre solitaria non è altro che un susseguirsi di lunghi viaggi. La tigre è una nomade nata”.
  9. La sopravvivenza della tigre dipende dalla sua capacità di scomparire.
  10. Una tigre ti può anche ipnotizzare. Le tigri sono dotate di memoria. Le due cose, combinate, complicano molto le cose.

Secondo le stime degli studiosi, agli inizi del Novecento le tigri in Asia erano 75.000. Nel 2008, nel Primorje e zone limitrofe, se ne contavano 450. Vaillant paragona il loro sterminio sistematico a un Olocausto.

Oltre a leggere il libro, potreste considerare l'idea di donare qualcosa per proteggere le tigri dell'Amur. Lo potete fare direttamente dal sito del libro, il cui autore merita  – solo per questo – un doppio elogio.


In Italia, La tigre è stato pubblicato da Einaudi.
Da guardare e leggere la board su Pinterest.
Da visitare anche il sito ufficiale.

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