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martedì 12 febbraio 2013

Impronte nella neve: uomini e tigri

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Una tigre è il prodotto che si ottiene 
accoppiando l'agilità e gli appetiti di un gatto
con la massa di un frigorifero industriale.
La tigre, p. 28

Prima che tu la veda una volta sola,
la tigre ti ha visto cento volte.
Cacciatore della taiga


“Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza”: La tigre di John Vaillant ha un sottotitolo intrigante e carico di promesse che riesce perfettamente a mantenere. A metà fra il reportage e il racconto d'avventura, racconta la storia di un'umanissima tigre e di un uomo che ha imparato a ragionare come un felino. A lui spetta il compito di trovarla prima che lei dimostri a che punto può arrivare una bestia intelligente con un obiettivo chiaro e tutti i mezzi fisici per raggiungerlo.  I due vivono nell'estremo oriente russo, ai confini con la Cina.
È una storia vera, ma questo conta davvero molto poco. Vaillant (scrittore e giornalista pluripremiato) ci trascina in un viaggio avanti e indietro nello spazio-tempo russo, in cui si mescolano cenni storici, aneddoti, racconto etnografico, trattato naturalistico e saggio di etologia, e che parte da un presupposto affascinante: uomini e tigri hanno un percorso comune, una relazione di lunga durata alle spalle e solo di recente hanno cominciato a non riconoscersi più come compagni di viaggio.

sabato 4 luglio 2009

ARTE E PROPAGANDA: NON SOLO CINEMA

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Ha inaugurato ieri e rimarrà aperta nei locali della Chiesa di San Lorenzo di San Vito al Tagliamento (PN) fino al 4 ottobre prossimo un'interessante mostra dal titolo "ARTE E PROPAGANDA nella fotografia sovietica degli anni 1920-1940".
Quello analizzato dalla mostra è stato un periodo drammatico per l'arte russa e sovietica a causa del conflitto tra la tradizionale arte fotografica russa e la nuova fotografia documentaria sovietica.
I fotografi pittorialisti vennero accusati di ideologie borghesi, furono considerati "individui idealisti" e negli anni '30 vennero perseguitati e anche repressi fisicamente.
Una parte dell'esposizione è anche dedicata agli anni della perestrojka di Gorbacev e agli avvenimenti del 1989, stabilendo così un legame tra le immagini storiche e la realtà contemporanea russa.
Nata dalla collaborazione tra la Presidenza del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, le Camere di Commercio di Udine e Pordenone, degli Istituti Italiani di Cultura di Mosca e San Pietroburgo e il CRAF, è la prima tappa di un progetto di collaborazione culturale con importanti istituzioni fotografiche russe. Contemporanemante, il CRAF sta portando in Russia due mostre fotografiche: I luoghi friulani di Pasolini e Italia 1946 - 2006. Dalla Ricostruzione al Nuovo Millennio.
La mostra di San Vito è a cura del Direttore dell'agenzia Soyuz, Andrey Baskakov e del pronipote del grande fotografo Rodchenkho, Aleksandr Lavrentiev che ha scritto anche il testo introduttivo nel catalogo edito per l'occasione. (orari: gio - ven 16.00 - 20-00; sab-dom 10.30-12.30/16.00-20.00, visite fuori orario: tel. 0434833295 - tel. 043480251).
Sempre il CRAF, ma questa volta nella sua sede di Spilimbergo, ha inaugurato ieri la mostra PRIMA E DOPO IL MURO, una selezione di quaranta immagini fotografiche di grande formato che documentano le trasformazioni avvenute a Berlino dopo la caduta del Muro il 9 novembre 1989. Fra le opere esposte, i lavori dei massimi fotoreporter e fotografi del '900, da Henri Cartier-Bresson a Leonard Freed, da Bruno Barbey a Ian Berry, passando per Guy le Querrec e i reporter italiani più famosi, come Gianni Berengo Gardin oMauro Galligani. La mostra, curata da Contrasto, rimarrà aperta fino al 30 agosto. Info sul sito del CRAF.


E' invece aperta al pubblico da marzo e lo rimarrà fino al 26 luglio, al MART di Rovereto (TN) la mostra "LA GUERRA FREDDA - COLD WAR. ARTE E DESIGN IN UN MONDO DIVISO 1945-1970", un'esposizione eccezionale prodotta dal Victoria & Albert Museum in collaborazione col Mart. Idealmente, parte da dove si interrompe quella di San Vito. Durante la Guerra Fredda, da una parte e dall’altra della cortina di ferro una moltitudine di artisti non ha smesso di creare, e le loro opere portano il segno dei tempi: la tensione, la competizione, ma anche l’ottimismo e uno sviluppo tecnologico senza precedenti. La mostra è quindi dedicata a quello che ha prodotto questa competizione globale tra est e ovest nell'ambito del design, dell’architettura, del cinema e della cultura popolare. In mostra 250 oggetti: da uno Sputnik, con tuta da austronauta delle missioni ‘Apollo’, ai film di Stanley Kubrick; dai dipinti di Robert Rauschenberg alle ceramiche di Pablo Picasso; dalla moda di Paco Rabanne al design di Charles e Ray Eames e di Dieter Rams; l’architettura di Le Corbusier, di Richard Buckminster Fuller e di Archigram, nonché veicoli vari, tra cui una micro-auto Messerschmidt. Gli oggetti e le opere esposte provengono veramente dal mondo intero: Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Cuba, Germania Occidentale e dell’Est, Italia, Polonia, Francia e Cecoslovacchia.
Info: sito ufficiale del MART

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema