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sabato 16 ottobre 2010

A est: terza giornata

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Itinerario: Făgăraş-Bran-Sinaia-Braşov

Făgăraş. Dopo una bella colazione a base di pane, formaggio, salame, insalata russa e altro ancora, partiamo alla volta di Făgăraş, dove sorge una delle fortezze (cetatea) più grandi della Transilvania. Costruita nel XIV secolo, è stata poi rimaneggiata diverse volte, finché non ha assunto l'aspetto attuale. L'edificio ospita un museo che ne racconta la storia e una biblioteca. Come in molti altri musei romeni, è possibile fare fotografie, ma solo pagando un sovrapprezzo sul biglietto d'ingresso. Costumi molto belli, reperti archeologici del Paleolitico, una raccolta di monete di secoli diversi e medaglie di onorificenza del periodo Ceauşescu. Nel cortile, una forca. Nel ventesimo secolo, la fortezza è stata usata come prigione. Nella piazza vicina, è in costruzione una chiesa ortodossa con le cupole dorate. Rispetto alla grandezza della cittadina, mi pare enorme, assolutamente sproporzionata. Davanti al cantiere, un altro elemento positivo della Romania: i bagni pubblici. Tanti, presenti, a volte a pagamento a volte no, non ti obbligano come da noi a entrare in un bar e ordinare qualcosa di cui non hai voglia pur di aver la scusa di usare la toilette.

venerdì 8 ottobre 2010

A est: seconda giornata

Pin It Itinerario: Sebes-Sibiu-Cacova.

Sebes. Ci svegliamo tardi, ma non quanto avrei voluto. Per fortuna, il panorama che si vede dalla finestra della camera è molto bello. Facciamo un giro per il paese perché voglio vedere la chiesa evangelica che viene vantata dalla guida come una delle migliori chiese gotiche della Romania e anche la torre dove, nel '400 e rotti, uno studente di 16 anni si è rifugiato per difendersi dai turchi. Fatto prigioniero e portato a Istanbul, ne fuggirà diversi anni più tardi. Tornato in Germania, avrebbe poi scritto uno dei “bestseller” del '400, un testo che parlava appunto delle abitudini musulmane. La chiesa o biserica, come si dice qui, è molto bella. Purtroppo non si può visitare internamente, come anche la torre. L'idea che qualcuno voglia visitare per turismo una chiesa risulta qui ancora un po' estranea. Ho come il sospetto che il concetto non sia del tutto sbagliato. (su flickr ho però trovato un bel set fotografico che comprende anche alcune immagini dell'interno. è visibile QUI)
Qualunque comunicazione deve essere filtrata da mio suocero o dalla sua compagna perché finché si era a Budapest si poteva parlare abbastanza tranquillamente l'inglese, qui no. Grazie alle comuni radici latine e a molte parole mutuate da altre lingue europee – soprattutto dal francese – capiamo abbastanza di quello che ci viene detto, ma parlare è fuori discussione. È strano. Senza una lingua da parlare, sei come muto. Bambino o minus habens o marziano. Forte sensazione di spaesamento. Essendo in compagnia di una ragazza romena e di un italiano che si capisce abita qui da molti anni, suscitiamo curiosità, ma non più di tanto e questo è sicuramente un bene.

mercoledì 6 ottobre 2010

A est: prima giornata

Pin It Itinerario: provincia di Venezia-Slovenia-lago Balaton-Budapest-Szeged-Sebes

Tasso di umidità al 98%. Si parte. Siamo in 4: io, il mio fidanzato, suo padre e la compagna di lui.

Slovenia. Una specie di Austria piena di autogrill e di mucche al pascolo.


Lago Balaton. Piove. Tutti i colori si mescolano. Ci fermiamo in una località turistica molto frequentata dai tedeschi. Sarà per questo che la tipica casa ungherese di campagna assume un gusto crucco che conferisce al luogo un'aria da paesello di Hansel e Gretel. Probabilmente, in estate è piacevole, ma oggi è deserta. Più triste e desolante di un luna park abbandonato. Non vediamo anima viva, nemmeno nelle stazioncine ferroviarie che costeggiano il lago. Mi viene da pensare che ora capisco perché i tedeschi vanno matti per le nostre perle sull'Adriatico. Un secondo dopo, mi pento di averlo pensato. Il lago è enorme, l'altra sponda non si vede nemmeno. Sembra di essere al mare, ma un mare senza vita.