Presentata ieri la 45° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che si svolgerà fra il 21 e il 29 giugno. Oltre al classico concorso, il cui premio è dedicato alla memoria di Lino Miccichè, fondatore e storico direttore del festival, che presenta 7 opere provenienti da tutto il mondo (Turchia, Stati uniti, Corea del sud, Spagna, Messico, Nicaragua e Italia), l'omaggio ad Alberto Lattuada (con retrospettiva e monografia), un nutrito focus sul cinema israeliano contemporaneo, la sperimentazione della sezione “Bande à part”, la personale dedicata al fotografo e filmmaker Paolo Gioli, il consueto appuntamento col “cinema in piazza”, il Premio Amnesty International e molto altro.
Restando nell'ambito delle cinematografie investigate da Alpe Adria Cinema, da segnalare due titoli, uno austriaco e uno turco.
Il primo è un'opera prima, KARA KÖPEKLER HAVLARKEN (Cani neri che abbaiano), di Mehmet Bahadir e Maryna Gorbach (Turchia 2009, 90', 16mm, 35mm, col.), che racconta la storia di due giovani e irrequieti, Selim e Çaça, i quali vivono un’esistenza mediocre nei sobborghi di Istanbul. Di giorno allevano piccioni, di notte si aggirano per le strade a bordo della loro auto truccata. Il loro sogno è quello di aprire un parcheggio vicino a un enorme centro commerciale e per questo chiedono aiuto al capomafia locale. Mehmet Bahadir Er (1982, Turchia) ha studiato regia presso la Mimar Sinan e si è diplomato alla scuola di cinema di Istanbul. Tra i suoi cortometraggi, Zilzal ha vinto l’Istanbul Independent Film Festival ed è stato selezionato a Rotterdam e a Locarno. Maryna Gorbach (1981, Ucraina) si è laureata nel 2007 in regia presso la Andrzej Wajda Master School of Film Directing di Varsavia. Precedentemente ha conseguito altri titoli di studio alla Kyiv National University of Theatre, Cinema and TV (2005) e alla Hollywood School in Ucraina (2006). Ha diretto documentari per il canale televisivo ICTV. I suoi corti sono stati selezionati in numerosi festival internazionali. Kara Köpekler Havlarken è per entrambi il lungometraggio d’esordio.
L'altro titolo è FILM IST. A GIRL & A GUN di Gustav Deutsch (Austria 2009, 93', 35mm, col., b/n), musiche di Martin Siewert, Christian Fennesz, Burkhard Stangl.Il primo è un'opera prima, KARA KÖPEKLER HAVLARKEN (Cani neri che abbaiano), di Mehmet Bahadir e Maryna Gorbach (Turchia 2009, 90', 16mm, 35mm, col.), che racconta la storia di due giovani e irrequieti, Selim e Çaça, i quali vivono un’esistenza mediocre nei sobborghi di Istanbul. Di giorno allevano piccioni, di notte si aggirano per le strade a bordo della loro auto truccata. Il loro sogno è quello di aprire un parcheggio vicino a un enorme centro commerciale e per questo chiedono aiuto al capomafia locale. Mehmet Bahadir Er (1982, Turchia) ha studiato regia presso la Mimar Sinan e si è diplomato alla scuola di cinema di Istanbul. Tra i suoi cortometraggi, Zilzal ha vinto l’Istanbul Independent Film Festival ed è stato selezionato a Rotterdam e a Locarno. Maryna Gorbach (1981, Ucraina) si è laureata nel 2007 in regia presso la Andrzej Wajda Master School of Film Directing di Varsavia. Precedentemente ha conseguito altri titoli di studio alla Kyiv National University of Theatre, Cinema and TV (2005) e alla Hollywood School in Ucraina (2006). Ha diretto documentari per il canale televisivo ICTV. I suoi corti sono stati selezionati in numerosi festival internazionali. Kara Köpekler Havlarken è per entrambi il lungometraggio d’esordio.
Immagini degli albori del cinema trovate attraverso minuziose ricerche in archivi di tutto il mondo e assemblate in sequenze. Il montaggio si basa su analogie visive e anche con la giustapposizione di generi: immagini documentaristiche, di finzione, pornografiche, scientifiche e di propaganda, tutte alienate dal contesto d’origine. Come spiega il regista, «FILM IST. a girl & a gun tratta uno dei temi più vecchi della cinematografia e dell’umanità: il ruolo della violenza e del sesso nella relazione tra uomini e donne, in continuo oscillare tra Eros e Thanatos». Gustav Deutsch (1952, Vienna) ha iniziato a lavorare con le immagini in movimento intorno al 1980, quando è diventato socio del Vienna Media Workshop Medienwerkstatt. In quel periodo è passato gradualmente dal documentario a lavori video più concettuali. Da allora ha principalmente adottato la modalità del found-footage. Insieme ad Hanna Schimek, compagna nel lavoro e nella vita, setaccia gli archivi di tutto il mondo per recuperare materiali dimenticati e creare poetiche riletture di questi tesori.
(Le schede dei film e le biografie dei registi sono tratti dal catalogo generale della manifestazione)
Per scaricare il programma, la cartella stampa completa e il catalogo della manifestazione: http://www.pesarofilmfest.it/
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
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