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Quest’ultimo episodio è il più traumatico, ma paradossalmente ferma e congela il ritmo mozzafiato precedente. Alla stabilizzazione politico-sociale coercitiva della Berlino orientale, capitale di un regime socialista «disciplinato» nel doppio senso della parola (controllato dal pervasivo sistema poliziesco della Stasi ma anche accettato e interiorizzato), corrisponde il dinamismo e l’irrequietezza della Berlino Ovest. Qui alla metà degli anni Sessanta nasce ed esplode il movimento di protesta studentesco, cui seguono alcuni episodi di terrorismo. Infine - dopo un attimo di pausa - l’incredibile notte del 9 novembre 1989 in cui il Muro viene aperto.”
Quello che avete appena letto è un estratto del nuovissimo libro di Gian Enrico Rusconi, Berlino. La reinvenzione della Germania, appena uscito per Laterza (un estratto più ampio lo trovate sull'edizione on line de La Stampa).
Rusconi presenterà il volume a Trieste mercoledì 21 ottobre, alle ore 18.00 presso la Libreria Minerva, nell'ambito della tranche autunnale della rassegna TRACCE DI MURO, organizzata da Alpe Adria Cinema e Goethe-Institut di Trieste e di cui a breve sarà disponibile il programma completo.
Per chi volesse approfondire il tema dell'evoluzione di Berlino, con particolare interesse al tessuto urbano della città, consigliamo la visione di BERLIN BABYLON, un documentario del 2001 diretto da Hubertus Siegert, con le musiche degli Einstürzende Neubauten. Il film mostra come Berlino abbia saputo ricostruirsi dopo la caduta del Muro e la riunificazione della parte occidentale con quella orientale (chi ci è stato almeno una volta negli ultimi 20 anni sa bene come la città sia veramente un work in progress dal punto di vista urbanistico). Fra immagini di cantieri e di una città in perenne ricostruzione, interventi di architetti di livello internazionale, fra cui Rem Koolhaas, Renzo Piano e I.M. Pei.
Sito ufficiale del film (in tedesco): www.berlinbabylon.de
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
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