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Autore di una filmografia nella quale confluiscono analisi politica, autobiografia, indagine sociologica, sperimentazione e studio ambientale, Heise, discepolo del drammaturgo Heiner Müller, affronta uno snodo di cruciale importanza per rilanciare le ragioni di un cinema che sia in prima persona e al tempo stesso proiettato all’esterno, a confrontarsi con un presente contraddittorio e complesso. Il Festival dei Popoli, in occasione della sua 50° edizione, gli dedicherà una retrospettiva. Thomas Heise sarà anche protagonista di un workshop della durata totale di sedici ore, che si svolgerà nell’arco di due giorni (sabato 7 e domenica 8 novembre) durante il quale il regista affronterà gli aspetti cinematografici e politici del suo lavoro. Sarà un’opportunità unica per confrontarsi con l’urgenza di un cinema che propone al documentario contemporaneo una sfida radicale e appassionante.
Le iscrizioni al workshop sono a numero chiuso. Il costo complessivo è di 150 euro. Gli iscritti avranno diritto all'accredito, valido per tutta la durata della manifestazione, e riceveranno una copia del catalogo del Festival. Per partecipare, inviare una richiesta di iscrizione e un curriculum vitae a: festivaldeipopoli@festivaldeipopoli.191.it
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I primi film di Thomas Heise si occupano principalmente di descrivere le dinamiche sociali e l’apparato burocratico della DDR. Dalla fine degli anni ’80 la sua attenzione si sposta sui cambiamenti che interessano gli individui, le famiglie e le comunità coinvolte nel processo di riunificazione della Germania. In questo senso vanno interpretati i riferimenti ai fenomeni di privatizzazione, di riorganizzazione industriale, di disoccupazione, di crescita del radicalismo di destra, ecc.
I documentari di Heise sono caratterizzati dal preciso ed insistente tentativo di guardare alle cose, piuttosto che alle idee o ai principi. Per questa ragione, Heise stabilisce una modalità di lavoro basata sulla relazione con l’oggetto-soggetto dei suoi film, cercando di evitare da una parte le forme introspettive, dall’altra i rischi di sovrainterpretazione. Nei suoi film Heise si pone al centro del punto di convergenza dei fenomeni storici ma ai margini della società: ovvero nei luoghi in cui gravitano delle esistenze mai rappresentative ma sempre significative. E densi di significato sono i neonazisti della Germania Est raccontati in Stau, la spia di Barluschke, gli adolescenti ribelli di Eisenzeit o il piccolo villaggio di Vaterland. Soggetti, luoghi e oggetti che portano in luce quella moltitudine sociale, politica e storica nascosta ancora oggi negli interstizi della Germania contemporanea.
La presenza a Firenze di Heise si inscrive nell'iniziativa PRIMA O POI TUTTI I MURI CADONO, una serie di manifestazioni organizzate dalla Regione Toscana con il coordinamento della Mediateca Regionale Toscana Film Commission, in occasione del ventennale dalla caduta del muro di Berlino (Info: http://www.mediatecatoscana.it/)
(Fonte: sito ufficiale del Festival dei popoli)
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
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