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Prima o poi doveva capitare, mi sono fatta il dominio :)
Da oggi, l'Oscilloscopio prosegue le sue esplorazioni su www.oscilloscopioazzurro.it! Cambia la veste grafica e il modo in cui i post verranno classificati (in effetti, non lo saranno più e il perché lo spiego alla fine di questa pagina), ma la sostanza resta la stessa: appunti in assoluta libertà su ciò che vedo/sento/vivo e che mi colpisce, incuriosisce, fa pensare...
Se mi vorrete seguire laggiù, ne sarò molto felice, più siamo a fare questo viaggio meglio è :)
domenica 25 agosto 2013
martedì 11 giugno 2013
Anteprime 2013: il festival dei libri a venire
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Le storie sono combinazioni dalle infinite possibilità. Basta uno scarto, un angolo girato da una parte diversa e il senso di tutto cambia. Diverso l'incastro, diverso il messaggio.
L'ho verificato ancora una volta lo scorso weekend a Pietrasanta, dove si è svolto Anteprime 2013, un festival originale e divertente, pensato per chi ama la letteratura ed è curioso. Il sottotitolo, infatti, recita: Ti racconto il mio prossimo libro.
In cosa consiste la formula? Per 3 giorni e rigorosamente in orario serale (per consentire a chi di giorno lavora o va al mare, vicinissimo, di partecipare agli incontri), una cinquantina di scrittori accetta il gioco di svelare ai lettori il contenuto del proprio libro in uscita. Pochissime, infatti, le novità già disponibili. Nella maggior parte dei casi, se ne parlerà appena a settembre, ma questo non sembra spaventare i lettori, anzi.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra le case editrici Einaudi, Electa, Frassinelli, Mondadori, Newton Compton, Piemme, Sperling & Kupfer e il comune di Pietrasanta, ha infatti avuto un successo spettacolare: + 43% di presenze rispetto al 2012 (5000 persone solo a sentire Dan Brown).
Senza contare che oltre un milione di persone sono state raggiunte da 4.200 tweet pubblicati da quasi 1000 persone, fra cui la sottoscritta :)
L'ho verificato ancora una volta lo scorso weekend a Pietrasanta, dove si è svolto Anteprime 2013, un festival originale e divertente, pensato per chi ama la letteratura ed è curioso. Il sottotitolo, infatti, recita: Ti racconto il mio prossimo libro.
In cosa consiste la formula? Per 3 giorni e rigorosamente in orario serale (per consentire a chi di giorno lavora o va al mare, vicinissimo, di partecipare agli incontri), una cinquantina di scrittori accetta il gioco di svelare ai lettori il contenuto del proprio libro in uscita. Pochissime, infatti, le novità già disponibili. Nella maggior parte dei casi, se ne parlerà appena a settembre, ma questo non sembra spaventare i lettori, anzi.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra le case editrici Einaudi, Electa, Frassinelli, Mondadori, Newton Compton, Piemme, Sperling & Kupfer e il comune di Pietrasanta, ha infatti avuto un successo spettacolare: + 43% di presenze rispetto al 2012 (5000 persone solo a sentire Dan Brown).
Senza contare che oltre un milione di persone sono state raggiunte da 4.200 tweet pubblicati da quasi 1000 persone, fra cui la sottoscritta :)
domenica 2 giugno 2013
Inchiostro invisibile: nessun libro è per sempre
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Molti pensano che internet faccia male alla lettura, che ci abbia costretto a cambiare la nostra modalità di avvicinamento al testo scritto, rendendoci incapaci di sopportare la fatica e la concentrazione che un testo magari lungo e approfondito richiede. I più pessimisti ritengono che i tempi del marketing editoriale si siano ridotti e integrati con la natura transitoria di un tweet o un post su Facebook, in una congiura che ci vorrebbe tutti e sempre più dei "non lettori".
Eppure, anche prima della rete migliaia di libri sono "scomparsi" velocemente nel nulla: eliminati dalle librerie e dalla memoria collettiva, il loro ricordo è sopravvissuto solo nel cuore e nella memoria dei loro lettori. C'è chi ha ascoltato la "scia affettiva" che si sono lasciati dietro e ha dato loro una nuova voce.
Eppure, anche prima della rete migliaia di libri sono "scomparsi" velocemente nel nulla: eliminati dalle librerie e dalla memoria collettiva, il loro ricordo è sopravvissuto solo nel cuore e nella memoria dei loro lettori. C'è chi ha ascoltato la "scia affettiva" che si sono lasciati dietro e ha dato loro una nuova voce.
mercoledì 1 maggio 2013
Non comprate questa giacca: eco-fashion su Stream!
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È passato pochissimo dall'uscita del mio primo post su STREAM!, il "primo magazine italiano di digital lifestyle e vita liquida", dedicato allo sforzo di quella parte di imprenditoria che cerca una nuova via al business, in grado di tenere uniti profitto e impatto sociale.
E mentre Elisa Cecilli e Francesca Masoero, le due effervescenti co-fondatrici del progetto, esordiscono su Che futuro, ecco anche il mio secondo post per Stream, tutto sulla moda sostenibile o eco-fashion!
Buona lettura :)
sabato 20 aprile 2013
Per i creativi incompresi, arriva Sharpener Jar, il misuracreatività
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Come si misura la creatività? Annoso problema. Ora, finalmente, un'invenzione semplice quanto geniale arriva in soccorso dei poveri creativi incompresi :)
sabato 13 aprile 2013
Joyce, il regista della vita qualunque
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Questo inizio d'anno ha visto finalmente la luce, dopo una lunga attesa e per meritoria iniziativa di Einaudi, la traduzione dell'Ulisse di Joyce del grande narratore Gianni Celati.
Non voglio entrare nel merito - che lascio ai critici o agli aspiranti tali - se si tratti di una traduzione più o meno buona, perché lo trovo secondario.
Per come la vedo io, chi ama questo libro non può che essere contento fin nel profondo che gli sia data un'altra possibilità di leggerlo, di percorrerne - seppur in modo leggermente diverso - le stesse strade, sentire gli stessi suoni (perché, come dice benissimo Celati nell'introduzione questo "è un libro sentito e sostenuto da quella speciale percezione che è la musica"), riconoscere volti che hanno una ruga sistemata più in su o in giù, una ciocca di capelli più spettinata, un vestito più sgualcito, ma che sono sempre loro.
Li riconosci perché te li ricordi, ma ti sembrano diversissimi, poi vai a confrontare la versione precedente, quella su cui all'università hai sudato per quell'esame di letteratura inglese e... meraviglia, scopri che le differenze non sono poi così eclatanti.
Devi fartene una ragione, il libro è lo stesso, eppure...
Dalla board su Pinterest che Einaudi ha dedicato al libro |
Non voglio entrare nel merito - che lascio ai critici o agli aspiranti tali - se si tratti di una traduzione più o meno buona, perché lo trovo secondario.
Per come la vedo io, chi ama questo libro non può che essere contento fin nel profondo che gli sia data un'altra possibilità di leggerlo, di percorrerne - seppur in modo leggermente diverso - le stesse strade, sentire gli stessi suoni (perché, come dice benissimo Celati nell'introduzione questo "è un libro sentito e sostenuto da quella speciale percezione che è la musica"), riconoscere volti che hanno una ruga sistemata più in su o in giù, una ciocca di capelli più spettinata, un vestito più sgualcito, ma che sono sempre loro.
Li riconosci perché te li ricordi, ma ti sembrano diversissimi, poi vai a confrontare la versione precedente, quella su cui all'università hai sudato per quell'esame di letteratura inglese e... meraviglia, scopri che le differenze non sono poi così eclatanti.
Devi fartene una ragione, il libro è lo stesso, eppure...
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sabato 6 aprile 2013
Cambiare il mondo, una nota alla volta
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In un quartiere povero di Cateura, in Paraguay, è nata un'orchestra di giovani che ha saputo sfruttare al meglio una delle risorse più presenti sul territorio: l'immondizia...
Un film vuole raccontare la loro storia, perché non gli diamo una mano?Creazione di Nicolas "Cola" Gomez |
sabato 30 marzo 2013
Bagni e caffetterie: la seconda vita degli spazi
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Catturati dal fascino che inevitabilmente il nuovo porta con sé, dalla possibilità di cambiare il volto delle nostre città rendendole moderne e più funzionali, abbiamo lasciato che un numero incredibile di edifici venisse chiuso, abbandonato o, peggio, demolito per lasciare il posto a costruzioni nuove. Abbiamo appreso molto tardi la lezione di altri paesi, dove gli edifici "vecchi" e non ancora antichi (diciamo quelli che risalgono fino al diciannovesimo secolo), quelli che rientrano nell'ampia categoria dell'architettura industriale per esempio, sono stati recuperati e reinterpretati alla luce di nuovi bisogni, facendone abitazioni private, ma anche locali pubblici, spazi culturali, ecc.
Abbiamo perso così un patrimonio, non tanto artistico (non sempre parliamo di edifici "belli" in sé) quanto storico, rinunciando a pezzi di memoria collettiva che raccontavano momenti della nostra storia nazionale e che sono andati perduti con i mattoni degli spazi a cui abbiamo rinunciato.
Per fortuna, le esperienze di recupero si moltiplicano e cresce il numero degli spazi che ritornano a vivere.
Catturati dal fascino che inevitabilmente il nuovo porta con sé, dalla possibilità di cambiare il volto delle nostre città rendendole moderne e più funzionali, abbiamo lasciato che un numero incredibile di edifici venisse chiuso, abbandonato o, peggio, demolito per lasciare il posto a costruzioni nuove. Abbiamo appreso molto tardi la lezione di altri paesi, dove gli edifici "vecchi" e non ancora antichi (diciamo quelli che risalgono fino al diciannovesimo secolo), quelli che rientrano nell'ampia categoria dell'architettura industriale per esempio, sono stati recuperati e reinterpretati alla luce di nuovi bisogni, facendone abitazioni private, ma anche locali pubblici, spazi culturali, ecc.
Abbiamo perso così un patrimonio, non tanto artistico (non sempre parliamo di edifici "belli" in sé) quanto storico, rinunciando a pezzi di memoria collettiva che raccontavano momenti della nostra storia nazionale e che sono andati perduti con i mattoni degli spazi a cui abbiamo rinunciato.
Per fortuna, le esperienze di recupero si moltiplicano e cresce il numero degli spazi che ritornano a vivere.
sabato 9 marzo 2013
Web 2.0, ascolto e clienti contenti
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Come si ascoltano i clienti? Quali sono i benefici di un Customer Service che sappia sfruttare le potenzialità del web 2.0 unendole a una pratica vera di ascolto? La famosa produttrice di mattoncini LEGO ci ha mostrato (ancora una volta) come si fa. Ne ho parlato qualche tempo fa su Dofville e avevo voglia di condividere il post anche qui.
Buona lettura!
Per lavoro, giro molte nelle aziende, dove non mi stanco mai di ribadire quanto sia importante, ascoltare i propri clienti, sia interni che esterni. Che si tratti di individuare una falla del sistema produttivo o dei canali di comunicazione esterna oppure un bisogno del mercato o le esigenze dei nostri clienti, l'unica è partire dal presupposto che sono tante le cose che possiamo imparare se abbiamo la pazienza e l'umiltà di ascoltare la voce di chi dovrebbe trarre un beneficio dal nostro lavoro.
Come? Tradizionalmente, gli strumenti spaziano dalle indagini di mercato ai questionari sulla customer satisfaction, fino ad arrivare ai dati forniti dal Customer Service, solo per citarne alcuni. Da qualche anno a questa parte, le aziende hanno la fortuna di avere a disposizione strumenti ulteriori che le aiutano a concentrarsi di più sull'esperienza di coloro ai quali rivolgono i propri prodotti o servizi.
L'avvento dei Social Media prima e l'ulteriore passo in avanti compiuto dai Social Network poi ha reso più diretto il rapporto fra azienda e consumatore, liberandolo da tutta una serie di soggetti intermedi che rischiavano di "fraintendere" il tipo di legame esistente fra i due. Il rapporto è in un certo senso "disintermediato", ma quella che qualche anno fa sembrava una rivoluzione annunciata non è ancora giunta a compimento.
Buona lettura!
Per lavoro, giro molte nelle aziende, dove non mi stanco mai di ribadire quanto sia importante, ascoltare i propri clienti, sia interni che esterni. Che si tratti di individuare una falla del sistema produttivo o dei canali di comunicazione esterna oppure un bisogno del mercato o le esigenze dei nostri clienti, l'unica è partire dal presupposto che sono tante le cose che possiamo imparare se abbiamo la pazienza e l'umiltà di ascoltare la voce di chi dovrebbe trarre un beneficio dal nostro lavoro.
Come? Tradizionalmente, gli strumenti spaziano dalle indagini di mercato ai questionari sulla customer satisfaction, fino ad arrivare ai dati forniti dal Customer Service, solo per citarne alcuni. Da qualche anno a questa parte, le aziende hanno la fortuna di avere a disposizione strumenti ulteriori che le aiutano a concentrarsi di più sull'esperienza di coloro ai quali rivolgono i propri prodotti o servizi.
L'avvento dei Social Media prima e l'ulteriore passo in avanti compiuto dai Social Network poi ha reso più diretto il rapporto fra azienda e consumatore, liberandolo da tutta una serie di soggetti intermedi che rischiavano di "fraintendere" il tipo di legame esistente fra i due. Il rapporto è in un certo senso "disintermediato", ma quella che qualche anno fa sembrava una rivoluzione annunciata non è ancora giunta a compimento.
lunedì 4 marzo 2013
L'innovazione sociale su STREAM! (vista da me)
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La rete ci ha abituati ad incrociare le nostre strade con quelle di altre persone che non conosciamo. Abbiamo interessi in comune, leggiamo/guardiamo/ascoltiamo le stesse cose, i nostri gusti sono simili e - spesso - lo sono anche le nostre idee sulla vita, l'universo e tutto quanto.
C'è chi la chiama serendipity, "fare incontri piacevoli per puro caso". Io preferisco "buoni incontri" o affinità elettive digitali. Non è così facile fare dei buoni incontri. Per questo, quando capita bisogna festeggiare!
È quindi con grande gioia e soddisfazione che condivido con voi il fatto che oggi esce il mio primo contributo su STREAM!, magazine italiano di digital lifestyle e vita liquida. Un team fantastico, tutto al femminile che, citando lo stream of consciousness di Joyce nel titolo, racconta e approfondisce il grande mondo dell'innovazione (soprattutto digitale, ma non solo). Una raccolta di contemporaneità, se volete.
I miei post saranno dedicati all'innovazione sociale (mica bruscolini). Nella prima puntata, parlo di un paio di progetti interessanti, a cavallo fra profit e non profit. Ah sì, parlo anche di un sacchetto per fare la cacca quando non c'è un bagno a disposizione ;)
Lo potete leggere a questo LINK. Ma non leggete solo il mio, ci sono un sacco di post bellissimi! :)
STREAM!
C'è chi la chiama serendipity, "fare incontri piacevoli per puro caso". Io preferisco "buoni incontri" o affinità elettive digitali. Non è così facile fare dei buoni incontri. Per questo, quando capita bisogna festeggiare!
È quindi con grande gioia e soddisfazione che condivido con voi il fatto che oggi esce il mio primo contributo su STREAM!, magazine italiano di digital lifestyle e vita liquida. Un team fantastico, tutto al femminile che, citando lo stream of consciousness di Joyce nel titolo, racconta e approfondisce il grande mondo dell'innovazione (soprattutto digitale, ma non solo). Una raccolta di contemporaneità, se volete.
I miei post saranno dedicati all'innovazione sociale (mica bruscolini). Nella prima puntata, parlo di un paio di progetti interessanti, a cavallo fra profit e non profit. Ah sì, parlo anche di un sacchetto per fare la cacca quando non c'è un bagno a disposizione ;)
Lo potete leggere a questo LINK. Ma non leggete solo il mio, ci sono un sacco di post bellissimi! :)
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sabato 23 febbraio 2013
Bios Urn, l'eterno riposo green ed ecosostenibile
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Alzi la mano chi non ha pensato – almeno una volta nella vita – a dove trascorrere l'“eterno riposo”. Ok, ammetto che il tema non è uno dei più divertenti, ma al di là delle considerazioni poetiche e sentimentali che accompagnano da sempre questo tipo di riflessione (come il desiderio di finire in un luogo che amiamo o dove siamo stati felici, vicini ai nostri cari, in un ambiente naturale particolarmente suggestivo, ecc.), visto il sovraffollamento del sottosuolo forse è il caso di cominciare anche alla sostenibilità del nostro trapasso.
Alzi la mano chi non ha pensato – almeno una volta nella vita – a dove trascorrere l'“eterno riposo”. Ok, ammetto che il tema non è uno dei più divertenti, ma al di là delle considerazioni poetiche e sentimentali che accompagnano da sempre questo tipo di riflessione (come il desiderio di finire in un luogo che amiamo o dove siamo stati felici, vicini ai nostri cari, in un ambiente naturale particolarmente suggestivo, ecc.), visto il sovraffollamento del sottosuolo forse è il caso di cominciare anche alla sostenibilità del nostro trapasso.
martedì 12 febbraio 2013
Impronte nella neve: uomini e tigri
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Una tigre è il prodotto che si ottiene
accoppiando l'agilità e gli appetiti di un gatto
con la massa di un frigorifero industriale.
La tigre, p. 28
Prima che tu la veda una volta sola,
la tigre ti ha visto cento volte.
Cacciatore della taiga
“Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza”: La tigre di John Vaillant ha un sottotitolo intrigante e carico di promesse che riesce perfettamente a mantenere. A metà fra il reportage e il racconto d'avventura, racconta la storia di un'umanissima tigre e di un uomo che ha imparato a ragionare come un felino. A lui spetta il compito di trovarla prima che lei dimostri a che punto può arrivare una bestia intelligente con un obiettivo chiaro e tutti i mezzi fisici per raggiungerlo. I due vivono nell'estremo oriente russo, ai confini con la Cina.
È una storia vera, ma questo conta davvero molto poco. Vaillant (scrittore e giornalista pluripremiato) ci trascina in un viaggio avanti e indietro nello spazio-tempo russo, in cui si mescolano cenni storici, aneddoti, racconto etnografico, trattato naturalistico e saggio di etologia, e che parte da un presupposto affascinante: uomini e tigri hanno un percorso comune, una relazione di lunga durata alle spalle e solo di recente hanno cominciato a non riconoscersi più come compagni di viaggio.
Una tigre è il prodotto che si ottiene
accoppiando l'agilità e gli appetiti di un gatto
con la massa di un frigorifero industriale.
La tigre, p. 28
Prima che tu la veda una volta sola,
la tigre ti ha visto cento volte.
Cacciatore della taiga
“Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza”: La tigre di John Vaillant ha un sottotitolo intrigante e carico di promesse che riesce perfettamente a mantenere. A metà fra il reportage e il racconto d'avventura, racconta la storia di un'umanissima tigre e di un uomo che ha imparato a ragionare come un felino. A lui spetta il compito di trovarla prima che lei dimostri a che punto può arrivare una bestia intelligente con un obiettivo chiaro e tutti i mezzi fisici per raggiungerlo. I due vivono nell'estremo oriente russo, ai confini con la Cina.
È una storia vera, ma questo conta davvero molto poco. Vaillant (scrittore e giornalista pluripremiato) ci trascina in un viaggio avanti e indietro nello spazio-tempo russo, in cui si mescolano cenni storici, aneddoti, racconto etnografico, trattato naturalistico e saggio di etologia, e che parte da un presupposto affascinante: uomini e tigri hanno un percorso comune, una relazione di lunga durata alle spalle e solo di recente hanno cominciato a non riconoscersi più come compagni di viaggio.
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domenica 13 gennaio 2013
Torna il Trieste Film Festival. E c'è anche Muri del suono!
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Ieri è stata presentata nei bellissimi spazi del Magazzino delle idee (già il nome promette bene) la 24a edizione del Trieste Film Festival. Anche quest'anno, pur se fra molte difficoltà, il festival triestino che resistendo porta per il ventiquattresimo anno di fila in Italia il meglio della produzione cinematografica dell'Europa centro-orientale, mostra al suo pubblico un anno di ricerca, lavoro, passione. Dal 17 al 23 gennaio, presso il Teatro Miela e la Sala Tripcovich. C'è anche MURI DEL SUONO, felicemente curato dalla sottoscritta :)
Come da tradizione, il cuore del programma è rappresentato dai concorsi internazionali, dedicati a lungometraggi, documentari (tutti anteprime italiane) e dai corti, a cui anche quest’anno si aggiunge una selezione non-competitiva di 13 cortometraggi di animazione (fra cui l’anteprima assoluta De versicoloribus naturalium ludis del giovane regista russo Artem Ludyankov, prodotto da Fabrica – Benetton).
Il programma del festival, come sempre, include numerosi eventi speciali. Ne cito tre che mi stanno particolarmente a cuore: il ricordo di un grande film che compie mezzo secolo, Il sorpasso di Dino Risi, riproposto anche nel documentario dedicatogli da Gloria De Antoni (L’estate di Bruno Cortona) e poi l’ironico e appassionante monologo su cinema, ideologia e psicanalisi del mitico filosofo-cinéphile Slavoj Žižek, protagonista del film The pervert’s guide to ideology di Sophie Fiennes, e infine un focus sul cinema ungherese, per sottolineare la drammatica situazione culturale che il paese sta vivendo, con alcuni tra i lavori più significativi prodotti nel 2012.
Ieri è stata presentata nei bellissimi spazi del Magazzino delle idee (già il nome promette bene) la 24a edizione del Trieste Film Festival. Anche quest'anno, pur se fra molte difficoltà, il festival triestino che resistendo porta per il ventiquattresimo anno di fila in Italia il meglio della produzione cinematografica dell'Europa centro-orientale, mostra al suo pubblico un anno di ricerca, lavoro, passione. Dal 17 al 23 gennaio, presso il Teatro Miela e la Sala Tripcovich. C'è anche MURI DEL SUONO, felicemente curato dalla sottoscritta :)
La tradizione
Come da tradizione, il cuore del programma è rappresentato dai concorsi internazionali, dedicati a lungometraggi, documentari (tutti anteprime italiane) e dai corti, a cui anche quest’anno si aggiunge una selezione non-competitiva di 13 cortometraggi di animazione (fra cui l’anteprima assoluta De versicoloribus naturalium ludis del giovane regista russo Artem Ludyankov, prodotto da Fabrica – Benetton).
Il programma del festival, come sempre, include numerosi eventi speciali. Ne cito tre che mi stanno particolarmente a cuore: il ricordo di un grande film che compie mezzo secolo, Il sorpasso di Dino Risi, riproposto anche nel documentario dedicatogli da Gloria De Antoni (L’estate di Bruno Cortona) e poi l’ironico e appassionante monologo su cinema, ideologia e psicanalisi del mitico filosofo-cinéphile Slavoj Žižek, protagonista del film The pervert’s guide to ideology di Sophie Fiennes, e infine un focus sul cinema ungherese, per sottolineare la drammatica situazione culturale che il paese sta vivendo, con alcuni tra i lavori più significativi prodotti nel 2012.
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