mercoledì 15 febbraio 2012

Tutti pazzi per Pinterest (e anche i musei non stanno a guardare)

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Con il solito ritardo che contraddistingue il nostro paese, dove tutto deve prima essere testato a lungo altrove prima di meritarsi qualche tipo di considerazione, comincia a diffondersi anche qui da noi Pinterest. Di cosa si tratta? La definizione a mio avviso migliore l'ha già data Gianluca Diegoli in un suo post: “Pinterest è una via di mezzo tra un sito di bookmarking visuale e un microblog à la Tumblr”.
Che significa? Semplicemente che ti aiuta a salvare immagini che trovi in giro per la rete o che carichi dal tuo computer, a conservarle (con tanto di relativo link d'origine) in vista di una futura consultazione o utilizzo e – cosa non meno importante – a condividerle con chi ti segue, che può a sua volta “repinnarle” e pubblicarle fra le proprie immagini.
Ti puoi limitare a dire che un'immagine ti piace e questo non è comunque poco.

Mi pare di capire che Pinterest abbia dalla sua, rispetto ad altri siti che l'hanno preceduto, 3 aspetti potenzialmente interessanti.



Aspetto davvero interessante n. 1: le immagini possono essere collezionate in modo tematico e raccolte in “board” che riflettono le nostre passioni e interessi. Si possono accettare i predefiniti “Books Worth Reading” e “Places I Love” oppure scegliere di raccogliere lavoretti di ricamo (e ce ne sono moltissimi), mobili blu del diciottesimo secolo, poster di film polacchi degli anni '60... Insomma, qualunque cosa. La nostra pagina non si presenterà quindi come un susseguirsi indistinto di immagini, ma come un'ordinata sfilza di proposte "a tema". Quale, dipende solo da noi e dalla nostra fantasia.
La cosa più semplice è mostrarvelo. Ecco come si presenta la mia pagina:



Come vedete, sono appena agli inizi, ma guardate questa, con le sue 33 board e circa 140.000 follower:


Aspetto davvero interessante n. 2: nato con l'intento di mettere in contatto persone di tutto il mondo unicamente sulla base degli interessi che hanno in comune (io mi fido sempre di cosa scrivono sotto la voce “About”, magari sbaglierò), Pinterest è diventato velocemente uno strumento potente di content curation, grazie al fatto che alle immagini si può aggiungere una descrizione. Il focus è sulla selezione, perché è la “visione” del curatore che dà coerenza alla board (da notare che si possono anche seguire singole board di un utente, non per forza tutto quello che “pinna”). È la combinazione fra immagine scelta e descrizione fornita che va a costruire l'autorevolezza di chi le ha "pinnate".

Aspetto davvero interessante n. 3: Pinterest è potenzialmente anche un ottimo strumento di marketing (ricordate quella cosa sui link alla fonte delle immagini?).
Sia di questo che del punto precedente ha già parlato in modo chiarissimo Gianluca Diegoli nel suo post, cui perciò vi rimando.

E se non servisse solo a organizzare matrimoni?

Curiosamente, questo è uno dei 5 utilizzi che il sito propone alla pagina About.
Ora, vorrei spendere 2 parole su un altro uso possibile di Pinterest cioè quello che potrebbero farne i musei, soprattutto rispetto al punto 3 del nostro elenco. Ad oggi, sono in 37 ad aver scelto le board per mostrare una selezione delle proprie collezioni od opere in mostra, ma anche per pubblicizzare il proprio bookshop o gift shop (un paio di giorni fa, quando ho iniziato a scrivere il post erano 34, segno che il fenomeno si va ampliando, anche se lentamente). In gran parte, si tratta di istituzioni con sede negli Stati Uniti, ma non solo. Ci sono anche 3 musei canadesi, un museo australiano, 2 inglesi, 2 tedeschi e persino un museo della scienza di Singapore! Si tratta di istituzioni che hanno ovviamente il proprio sito e, tranne che in un paio di casi, un account su Twitter e che quindi hanno già iniziato, chi più chi meno, un percorso di avvicinamento e dialogo con il proprio pubblico tramite la rete e i social network.

La strada che scelgono quasi tutti è quella di presentare un mix di proprie opere avvicinandole a selezioni di immagini diverse che si colleghino in qualche modo alla natura delle collezioni.
Così ha scelto di fare anche la New York Public Library, Art and Picture Collection. Ci muoviamo qui nell'orbita di una biblioteca che può attingere a un archivio immenso di opere e immagini.
La scelta è tematica e si distribuisce su 24 board che spaziano dalle copertine di libri alle cover di dischi, passando per una selezione di immagini legate all'universo visivo à la Mad Men (foto della serie, ma anche pubblicità vintage), foto dei divi di Hollywood e uno spazio dedicato ad Haruki Murakami. Il seguito? 282 follower, ma praticamente assenti i commenti alle singole immagini.


Sulla stessa scia, si muovono gli Archives of American Art dello Smithsonian. 19 board, ma un numero più consistente di follower, ben 938. Anche qui, però, l'interazione è molto bassa. In compenso, le descrizioni dei soggetti delle immagini sono più dettagliate.


Il Chicago History Museum incrocia la propria selezione di immagini con la mission del sito e propone le foto scattate ai banchetti di matrimonio che si tengono all'interno del museo. Invita in modo esplicito al dialogo chiedendoci "What building inspires you?" (e infatti qualche commento c'è), ma soprattutto dedica uno spazio allo store. Non manca nulla: la foto, la descrizione, il prezzo in bella vista (per cui esiste una funzione apposita) e, ovviamente, il link al sito del museo, dove è possibile effettuare l'acquisto.

A monte, occorre però avere una parte di sito dedicata all'e-commerce e pronta a gestire i link in entrata. Ma quanti musei sono "attrezzati" in questo senso? La sensazione generale è che Pinterest si inserisca molto bene nella strategia comunicativa di musei che hanno già un sistema integrato sito/social network che lavora bene e rispetto a cui può funzionare da cassa di risonanza ulteriore.

Certo, non è detto che lo scopo di un museo sia quello di vendere gadget, poster o altri tipi di oggetti. La "semplice" funzione di facilitazione che può svolgere nel creare un ponte fra persone che hanno interessi in comune ma che non sono necessariamente suoi visitatori e, allo stesso tempo, diffondere una maggior conoscenza dell'arte o del soggetto di cui si occupa, sarebbe già gran cosa. Senza contare che Pinterest offre la possibilità di "aprire" le board ai "contributor": selezionando l'opzione "Me+contributors" nel momento in cui si crea una board, si può scegliere chi, fra i propri follower, potrà postare sulla board. Questo consentirebbe ai musei di creare uno spazio veramente social, dove i visitatori potrebbero, per esempio, consigliare ad altri follower un'opera dal loro punto di vista imperdibile.
Oppure, immaginiamo di seguire un museo su Pinterest e di poter risalire direttamente da lì al suo sito ufficiale, dove visitare le gallery virtuali e prenotare o acquistare un biglietto per l'esposizione di turno o la collezione stabile. Non sarebbe male, no?

E in Italia?

Vediamo la situazione italiana, che registra per ora la presenza isolata di Palazzo Madama. Per chi non lo sapesse, Palazzo Madama è un edificio storico che ospita le collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Offre 40 pin distribuiti su 8 board. Ha 22 follower e molto lavoro da fare, ma merita un incoraggiamento per le buone intenzioni e per il merito - non trascurabile in Italia - di fare da apripista. (Sul sito di Palazzo Madama, c'è un bell'articolo che spiega il motivo della scelta di aprire un account e le aspettative, ve lo consiglio)
Chi sarà il prossimo? Fatevi sotto, cari musei!

RIASSUMENDO

Cosa possono fare i musei su Pinterest:

a. Mostrare una selezione delle proprie collezioni od opere in mostra, ma anche pubblicizzare il proprio bookshop o gift shop. Chi si sta chiedendo se non esistano già i classici siti per questo genere di cose, pensi per un attimo alla possibilità che offre Pinterest di raggiungere pubblici diversi e molto, molto nutriti. Ad oggi, parliamo di 11,7 milioni di utenti nel mondo (fonte Wikipedia).
b. Misurare il livello di gradimento di un'opera, di un pezzo di una collezione o di una mostra. Come? Grazie al bottone LIKE, è sufficiente contare quanti Like ha conquistato la singola immagine e trarre le debite conclusioni.
c. Alimentare il confronto e favorire la collaborazione invitando i follower a commentare le immagini postate oppure usando la modalità "collaborative board" di cui abbiamo parlato.
d. Infine (ma forse andrebbe al primo posto) dimostrare che amano davvero quello che fanno e mettere la propria competenza al servizio dei follower, segnalando loro altri musei che potrebbero essere di loro gradimento.


Link e approfondimenti
Gianluca Diegoli, A cosa ci serve (forse) #Pinterest, come esportarlo, come usarlo per l’ecommerce
Jenni Fuchs, Museums and Pinterest: An Introduction
Musei su Pinterest (una lista curata da @museum140)
Pinterest - Everything You Wanted to Know About 2012′s Hottest Startup [INFOGRAFICA]
Irene Rubino, L’attività di Palazzo Madama su Pinterest: obiettivi, aspirazioni e potenzialità
Jasper Visser, 5 things you could do with Pinterest, your institution’s new best friend
Kaila Strong, 7 Creative Ways Your Brand Can Use Pinterest (su gentile segnalazione di Palazzo Madama)
Pinterest per lo Schulmuseum di Lipsia 

6 commenti:

  1. Aggiungerei all'elenco di Link quello segnalato qualche un paio di settimane fa da Richard Mintz, che in effetti mi diede l'idea di provare ad aprire l'account per Palazzo Madama: http://searchenginewatch.com/article/2139906/7-Creative-Ways-Your-Brand-Can-Use-Pinterest
    Sulla possibilità di usare pinterest come strumento di marketing, come ha scritto sul nostro blog Irene Rubino, la netiquette del sito sconsiglia di fare autopromozione. Quindi, più che inserire i propri prodotti in vendita al bookshop, si potrebbe, per esempio, chiedere ai visitatori di collaborare ad un board in cui segnalare quali opere vorrebbero riprodotte su cartolina. Noi ci proveremo dalla prossima settimana :) Infine, grazie per la segnalazione!
    Carlotta Margarone @Carlotta_Ma @palazzomadamato

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  2. Grazie per la segnalazione de link, lo aggiungo subito alla lista.
    Sull'altro aspetto, è vero che Pinterest sconsiglia l'autopromozione, ma è abbastanza evidente che l'utilizzo della piattaforma da parte degli utenti si sta spostando anche in quella direzione, con ricadute - pare - importanti sull'e-commerce. Io, francamente, non ci vedo nulla di male nel merchandising, a patto che non diventi l'unica mission di un'istituzione culturale.
    Sulla vostra idea di aprire alla segnalazione sulle cartoline, che dire? Non vedo l'ora. Uso come segnalibri solo cartoline d'arte e quelle che vorrei io non ci sono quasi mai :) Sarò ben felice di diffondere l'iniziativa.

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  3. Rispondo con un discreto ritardo, ma non ho avuto più tempo di tornare, fino ad ora, sorry :) Neanche io vedo nulla di male nel merchandising, ma penso che un'istituzione culturale possa (e forse debba?) farlo in modo un po' più ragionato della galleria dei prodotti , ad esempio. Per le cartoline, ahimè, sono stata ottimista. Ma spero di avere tempo di pensarci nel fine settimana! Carlotta
    p.s. grazie per il "gentile segnalazione di Palazzo Madama", ma non era necessario :)

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  4. Sono assolutamente d'accordo con te sul merchandising e aspetto le cartoline :) Ti segnalo che ho ripreso il post, modificandolo leggermente, su un altro sito con cui collaboro. Se ti fa piacere dare un'occhiata, l'indirizzo è questo: http://www.circolidiascolto.org/
    Buon WE!

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  5. Mi sono occupata personalmente dell'account Pinterest dello Schulmuseum di Lipsia, che trovate al seguente link: http://pinterest.com/schulmuseum/
    Vi invito a visitarlo e leggere l'articolo che ho scritto a proposito http://noisymag.com/2012/03/13/pinterest-per-lo-schulmuseum-di-lipsia/

    Saluti!

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  6. @MichelaDR grazie per il link a Pinterest e per quello all'articolo, molto interessante. Trovo molto importante che ci si sforzi di spiegare i motivi per cui si sceglie di usare strumenti nuovi e il processo di costruzione di una presenza online, a maggior ragione quando parliamo di istituzioni. Mi trova molto d'accordo il passaggio "i temi scelti per le raccolte e i materiali in esse inseriti devono riflettere pienamente l’identità dell’istituzione. Vi deve essere dunque un chiaro progetto curatoriale dietro l’utilizzo di un mezzo come Pinterest, che altrimenti rischia di ridursi ad una raccolta di immagini che poco senso hanno per l’utente."
    Insomma, grazie e complimenti. Aggiungo il link alla fine del post, se non ti spiace :)

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