lunedì 30 novembre 2009

DELPHIC: A SOUNDTRACK FOR A WASTELAND

Pin It

Delphic is a band from Manchester. In August they released their second single, This Momentary, released on the perma-chic French indie label Kitsuné. The Australian director and photographer Dave Ma realized the music video, nominated for three UK Music Video Awards, including Best Cinematography, Best Editing and Best Telecine. for this song. He has travelled to Chernobyl, scene of the world’s worst peacetime nuclear disaster, and documented the place as it is now, and people who still live there. It’s a beautifully composed essay which celebrates the human spirit, shot by Ross McLennan on RED with his customary skill, and graded back in London by James Tillett at Prime Focus. “The video has different set ups and Dave wanted slightly different looks for these locations but for it all to still tie together,” says James. “We ended up with a more naturalistic look – almost like an old Russian propaganda image from a faded magazine.”




Delphic

This Momentary (Chermeric Records)
Prod. company: Pulse Films
Director: Dave Ma
Producer: Neil Andrews
Representation: OBmanagement
DoP: Ross McLennan
Editor: Vid Price
Post production: Prime Focus London
Telecine: James Tillett
VFX: Chris Chitty
VFX Post producer: Dionne Archibald
Commissioner: Jill Kaplan


Dave Ma
on making the video for Delphic’s The Momentary


“The aim for this video was to focus on the people still living in and around the Chernobyl area. I wanted to show portraits of the abandoned town near the power plant then move outwards to abandoned villages where a lot of elderly people still live and on to the towns where people were relocated to. I didn’t want to focus directly on the negative health side effects or on the actual disaster itself because so much of this has been covered in documentaries and photo essays over the past few years. It was about showing the humanity of the people and about capturing little moments in their lives in a composed and photographic way. We decided to shoot on RED with a set of primes which meant lugging some serious kit around an abandoned city. Ross McLennan, as usual, did an amazing job wrangling kit and chasing the sun. He didn’t skip a beat the whole trip, even after we lost our focus puller to a missing passport the night before flying out. Shooting inside the Chernobyl Zone of Exclusion was incredible. Your natural fears kick in and you feel like you shouldn’t be touching anything or even breathing the air, but you quickly get used to it. The radiation screening at the end of each day proved a constant source of amusement for my producer Neil Andrews. A lot of people wrongly assume that the Chernobyl area is completely devoid of life or that it must be an atomic wasteland. But this couldn’t be further from the truth. The place is full of life, nature is flourishing and people still live and work around the power plant. There just happens to be a lot of radiation floating around…”

Official site: http://www.delphic.cc/


domenica 29 novembre 2009

AL SOTTODICIOTTO IL CINEMA E' SEMPRE GIOVANE

Pin It
Oggi segnaliamo il Sottodiciotto Film Festival di Torino, festival dedicato al cinema giovane. La decima edizione è cominciata il 26 novembre e proseguirà fino al 5 dicembre. Del ricco programma (consultabile sul sito ufficiale della manifestazione: www.sottodiciottofilmfestival.it consigliamo alcuni appuntamenti con il cinema dell'area Alpe Adria.

KATALIN VARGA (Romania/Gran Bretagna/Ungheria, 2009, 35mm, 82', col.) di Peter Strickland, distribuito in Italia da Archibald Film.
Cacciata di casa all’improvviso dal marito Zsigmond che ha scoperto, per un pettegolezzo, che il piccolo Orbán, nove anni, non è suo figlio come credeva, la pragmatica Katalin Varga non si perde d’animo e, abbandonato il villaggio dove ha vissuto per un decennio lavorando alacremente, attraversa le campagne della Transilvania insieme al bambino a bordo di un carretto a cavalli, in cerca di vendetta e di un passato doloroso che sperava di potersi lasciare alle spalle per sempre.
Peter Strickland (Reading, Inghilterra, 1973) si dedica giovanissimo ai film in Super8 e alle produzioni teatrali. Nel 1995 firma il corto Bubblegum (Gomma da masticare), per poi lanciarsi nella carriera musicale con il gruppo The Sonic Catering Band. Dopo il secondo corto, A Metaphysical Education (Un'educazione metafisica, 2003) debutta nel lungometraggio con Katalin Varga.

Assolutamente imperdibile la prima retrospettiva italiana completa dedicata al pittore e animatore russo ALEKSANDR PETROV, realizzata con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Dipartimento Animazione. Aleksandr Konstantinovič Petrov (Prečistoe, distretto di Jaroslavl’, Russia, 1957) è regista, disegnatore e animatore. Compie i primi studi presso l’Istituto d’Arte di Jaroslavl’ e, diplomatosi all’Istituto di cinematografia VGIK di Mosca sotto la guida di Ivan Ivanov-Vano, uno dei maestri indiscussi dell’animazione sovietica, lavora come disegnatore presso gli Studi della Armenfilm e di Sverdlovsk. Si specializza ulteriormente ai Corsi Superiori per sceneggiatori e registi (VKSR) con i maestri Fëdor Chitruk, Jurij Norštejn e Garri Bardin. Sin dal suo debutto nella regia Petrov si avvale della particolare tecnica della pittura a olio su vetro che, sempre più perfezionata, diventa il segno distintivo delle sue opere, pluripremiate in numerosissimi Festival internazionali. Candidato più volte all’Oscar, lo vince nel 2000 con Il vecchio e il mare, realizzato in Canada. Attualmente vive a Jaroslavl’, sede della sua casa di produzione Panorama.

Molto interessante anche l'iniziativa "Rom città aperta". Il Centro Nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza (CNDA) e Sottodiciotto propongono un programma speciale dedicato alla realtà dei Rom e dei Sinti e mirato a scardinare, almeno in parte, luoghi comuni e stereotipi radicati nel nostro immaginario. Un cambio di prospettiva attivato fin dalla fase di ideazione attraverso il coinvolgimento nel progetto di Laura Halilovic, la giovanissima regista Rom di Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen, che ha contribuito a selezionare i film in programma. Il risultato è una rassegna di documentari che offre un ventaglio di visioni estremamente variegato sulla condizione dei giovani Rom in Europa. Si va dal ceco O topanki al francese La bougie n’est pas faite de cire mais de flammes, dal bulgaro Gipsy Summer al francese Citizen Manouche, per finire con Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef (di cui abbiamo già parlato qui).
Ad arricchire il quadro delle proposte una serie di appuntamenti che offriranno agli spettatori nuove occasioni di riflessione e conoscenza, tra cui una tavola rotonda aperta alla comunità romanì e al mondo dell’associazionismo e delle istituzioni che si occupano della sua integrazione. Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcuni brani video tratti dalla puntata di Presa diretta“Caccia agli zingari” di Riccardo Iacona. La presentazione di Non chiamarmi zingaro (Chiarelettere, 2009) del regista teatrale Pino Petruzzelli vuole essere l’occasione per rivivere con l’autore la sua lunga frequentazione del popolo Rom e per rinarrare alcune storie di straordinaria normalità che hanno trovato asilo nello spettacolo teatrale omonimo, diretto e interpretato da Petruzzelli, in tournée da quest’autunno in tutta Italia. La proiezione speciale di Swing, capolavoro di Tony Gatlif, rivolta alle scuole, consentirà invece di avvicinare gli spettatori più giovani alla cultura e alla musica manouche. Per finire, la proiezione dei film di Laura Halilovic e l’incontro con il pubblico - arricchito dagli interventi di Moni Ovadia e Costanza Quatriglio - sarà introdotta da un’originale rivisitazione del cinema muto di David W. Griffith: due dei suoi primissimi lavori, Le avventure di Dollie e La villa isolata, che mettono in scena stereotipi legati alle comunità Rom (come lo zingaro ladro di bambini) verranno sottoposti a una sorta di ironico “contrappasso”, attraverso il commento musicale dal vivo da parte del gruppo Bruskoi Triu, band gitana nata dalla spontanea collaborazione di musicisti Rom e italiani.

Anche al Sottodiciotto non può mancare un ricordo visivo del ventennale della caduta del Muro di Berlino. Per l'occasione, il festival propone, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin, 4 lungometraggi - tre dei quali realizzati nella RDT - che rendono possibile esplorare la condizione infantile e giovanile in una Germania divisa che non esiste più ma che ha lasciato segni profondi nella cultura, nell’arte, nella storia dell’ultimo mezzo secolo. In doppia proiezione, una per le Scuole Secondarie di II grado e una per la cittadinanza, l’appassionante opera prima Wie Feuer und Flamme, tratta da una sceneggiatura dell’attrice Natja Brunckhorst, celebre per la trasposizione cinematografica di Christiane - F. Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, che ricostruisce a vent’anni di distanza la Berlino di inizio anni Ottanta, spaccata in due dal Muro e percorsa da una creatività sotterranea quanto effervescente e vitale. È invece girato realmente negli anni '80 Sabine Kleist, sieben jahre, un viaggio di esplorazione “ad altezza di bambina” delle strade berlinesi e di un passato sconosciuto alle giovani generazioni. Sieben Sommersprossen permette invece di gustare una breve tappa balneare, sfondo ideale per la scoperta del primo amore di due ragazzi e, forse, di un modo più personale di vivere e di sognare, lontano dalle regole e dalle convinzioni imposte dall’alto. Infine, Berlin - Ecke Schönhauser, realizzato prima della costruzione del Muro, indiscusso cult moviegenerazionale più volte definito il “Gioventù bruciata della DDR”.
(le informazioni sul programma sono tratte dal sito del festival)

SITO DEL FESTIVAL: http://www.sottodiciottofilmfestival.it/

lunedì 23 novembre 2009

Pubblici discorsi sulla DDR

Pin It
Nel ventennale della caduta del muro escono in Italia i primi volumi panoramici dedicati alla letteratura e alla storia della DDR: L’invenzione del futuro. Breve storia della letteratura della DDR dal dopoguerra a oggi, a cura di Michele Sisto (Scheiwiller), e La DDR. Una breve storia 1945-1990 di Ulrich Mählert, tradotta e curata da Andrea Gilardoni e Karin Birge Gilardoni-Büch (Mimesis). I libri vengono presentati mercoledì 25 novembre, alla biblioteca comunale di Trento, in via Roma 55, alle ore 17. L’incontro – durante il quale saranno presentati anche i volumi Identità e memoria. Lo spazio autobiografico nel periodo della riunificazione tedesca di Daniela Nelva e Mappe della memoria. L’ultima generazione tedesco-orientale si racconta di Tiziana Gislimberti (entrambi Mimesis 2009) – è introdotto da un pubblico discorso di PAOLO NORI.

venerdì 20 novembre 2009

Marx Attacks! a Trieste

Pin It
Torna a Trieste dal 22 al 28 novembre Science+Fiction, Festival Internazionale della fantascienza organizzata da la Cappella Underground. Come sempre, programma fitto e ospiti di grande livello. Fra gli appuntamenti da non perdere gli incontri con ospiti davvero speciali: con Sir Christopher Lee, Roger Corman e il padre del cyberpunk Bruce Sterling. Fra i molti titoli interessanti The Clone Returns Home; One, opera prima del regista ungherese Pater Sparrow tratta da un racconto di Stanislaw Lem, la co-produzione tra Canada, Russia e Giappone First Squad: The Moment Of Truth, fantascienza ambientata nel cuore della Seconda Guerra Mondiale e l'evento speciale d'apertura che si terrà al Teatro Miela domenica 22, quando i Massimo Volume sonorizzeranno dal vivo il capolavoro del 1928 La caduta della casa degli Usher di Jean Epstein.

domenica 15 novembre 2009

Tracce di Muro: ritorno a Berlino

Pin It
Ultimo appuntamento, mercoledì 18 novembre, con TRACCE DI MURO, la mega-rassegna che Alpe Adria Cinema e Goethe Institut di Trieste hanno dedicato al ventennale della caduta del Muro di Berlino. Dopo la ricognizione autunnale sugli “altri” muri ancora presenti nel mondo (Marocco, Cisgiordania, Corea, India/Pakistan, fra gli altri) il cerco si chiude su Berlino. I due film che presentiamo in Cavò (lo spazio video dell'associazione riservato ai suoi soci) sono una fiction e un documentario: BERLIN IS IN GERMANY e IN BERLIN.

sabato 14 novembre 2009

Torino Film Festival: 27a edizione

Pin It
Si è aperta ieri sera al Teatro Regio di Torino con il fuori programma del blitz dei Centi Sociali (documentata dall'immagine pubblicata oggi da La Stampa on line) e continuerà fino al 21 la 27a edizione del Torino Film Festival. Le sezioni e la struttura generale sono un po' cambiate, come sempre capita quando cambia il vertice della direzione artistica, con un testimone passato da Nanni Moretti a Gianni Amelio.
La mission storica del festival, quella di vetrina del cinema giovane, rimane affidata a Torino 27, la principale sezione competitiva del festival, che rimane dedicato ad autori alla prima, seconda o terza opera e presenta film di nuova produzione, inediti in Italia. Qui la volontà è quella di rimanere fedeli alla propria storia, focalizzata sulla ricerca e la scoperta di talenti innovativi, che sappiano esprimere le migliori tendenze contemporanee del cinema indipendente internazionale.

giovedì 12 novembre 2009

TONY GATLIF A X FACTOR??

Pin It
Un amico mi segnala che per la seconda volta nella trasmissione di Rai Due X Factor si è citato il film di Tony Gatlif, Transylvania. La prima - mi si dice - è stata durante la serata in cui era ospite del programma Asia Argento, protagonista del film (in cui compare, in un ruolo più piccolo, anche Marco Castoldi in arte Morgan).
Dopo un momento di smarrimento, mi riprendo e penso che quasi quasi posto la scheda del film, presentato in anteprima italiana a Trieste, film di apertura della 18a edizione del Trieste Film Festival. Ci metto pure la biografia del regista. Così, per non farci mancare nulla :-))

TRANSYLVANIA
Tony Gatlif

Francia, 2006, 35mm, col., 105’, v.o. francese, rumena, inglese, italiana, tedesca

Sceneggiatura: Tony Gatlif. Fotografia: Céline Bozon. Montaggio: Monique Dartonne. Musica: Tony Gatlif, Delphine Mantoulet. Suono: Philippe Welsh, Emmanuel Gallet. Scenografia: Brigitte Brassart. Costumi: Rose-Marie Melka. Interpreti: Asia Argento, Amira Casar, Birol Ünel, Alexandra Beaujard, Marco Castoldi (Morgan). Produzione: Princes Films. Coproduzione: Pyramide Productions. Distribuzione internazionale: Pyramide Internationale.Distribuzione italiana: Lady Film.
Nonostante le apparenze, Zingarina (Asia Argento) non è una gitana. È una giovane ribelle alla ricerca dell’uomo che ama (Marco Castoldi). L’ha conosciuto in Francia, dove lui l’ha lasciata precipitosamente e senza una parola di spiegazione. Accompagnata dall’amica Marie, che veglia gelosamente su di lei, si getta anima e corpo nel suo “inseguimento” e finisce così in Transilvania. Ritrova il suo amore in una surrealista festa pagana, ma scopre anche che lui non la ama più. Nella follia, nel rumore, nella musica e nell’ebbrezza della festa, la ragazza capisce di essere sola al mondo, ancora una volta senza amore e senza alcun punto di riferimento. Decide allora di lasciare Marie, unico legame che le è rimasto con il passato, per ricominciare tutto da capo, quando incontra Tchangalo, un uomo misterioso, senza casa e senza limiti…
“Era un po’ che volevo fare un film su una donna. Una che perde tutto, si libera della sua identità e si reinventa. Non cercavo una donna che scendesse nelle profondità degli abissi, ma una protagonista combattiva. Una donna che potesse sorprenderci e guidarci verso la luce e la speranza. In questo senso, il mio incontro con Asia Argento è stato determinante: l’ho percepita immediatamente come una guerriera appassionata, in grado di dare al personaggio di Zingarina un miscuglio di sicurezza e fragilità. È quello che invito sempre i miei attori - conosciuti o meno - a fare: trasferire nei personaggi che interpretano tutte le loro esperienze e la loro personalità…”
(T. Gatlif)



Tony Gatlif
, di origini gitane e nazionalità francese, è nato ad Algeri (Algeria) nel 1948. Ha studiato Arti Drammatiche alla Scuola di Belle Arti di Parigi. Esordisce alla regia nel 1973 con il cortometraggio Max l'indien e due anni dopo gira il suo primo lungometraggio, La Tête en ruine. Il suo film rivelazione è Les Princes (L’uomo perfetto, 1982), molto apprezzato dalla critica. Nel 1993 esce Latcho Drom, documentario interamente dedicato alla cultura e alla musica gitane, che viene presentato a Cannes nella sezione “Un Certain Regard”. Nel 2004 Exils gli fa vincere il premio per la Miglior regia a Cannes. Gatlif, che è pure attore e produttore dei suoi film e collabora alla stesura della musica per i suoi lavori, ha realizzato anche documentari per la televisione, fra cui Lucumi e I Muvrini, entrambi per il canale Arte. Transylvania è stato il film di chiusura a Cannes.

Per acquistare il DVD del film:
www.lafeltrinelli.it
www.bol.it

mercoledì 11 novembre 2009

FILM VIDEO MONITOR 2009

Pin It
GiustificaOggi segnalo ai lettori del Friuli Venezia Giulia e zone limitrofe un appuntamento davvero interessante: Film Video Monitor 2009.
Sabato 14 novembre dalle 18.00, al Cinema Teatro Ristori di Cividale del Friuli, un'intera serata che affronta il tema del mezzo audiovisivo quale strumento di riflessione antropologica e mette l'accento sull'uso (e riuso) delle pellicole in formato ridotto.

Programma

18.00 -Teatro Ristori (via Adelaide Ristori)
TRIPTIH / TRITTICO / TRIPTYCH
Sarce od hiše (1998), Starmi cajt . Il tempo ripido (2003) Mala apokalipsa (2008)
Prima presentazione al pubblico dell'edizione 3DVD+Booklet dei documentari di Alvaro Petricig
a cura di Centro Studi Nediža, Circolo di cultura Ivan Trinko e Kinoatelje (Edizioni Kinoatelje)
Un mondo, la sua fine, la riflessione su un futuro che si è già compiuto.
Sarce od hiše, Starmi cajt . Il tempo ripido, Mala apokalipsa sono tre capitoli che, in un progetto durato 10 anni, raccontano le Valli del Natisone. Lo spartiacque è il terremoto in Friuli del 1976, indelebile nelle conseguenze anche qui, dove la tragedia dell’epicentro appare lontana. Un’onda d’urto che si trasfigura, allude ad altri eventi di portata devastante, protrae i suoi effetti nel tempo: oltre alle case ha sgretolato le consuetudini, le relazioni, il lavoro e il vivere quotidiano delle persone. Questo Trittico compie un viaggio tra un mondo rurale al capolinea e le emergenze di oggi, seguendo le voci degli abitanti, recuperando le immagini dei filmati super8 amatoriali, assecondando le incertezze del ricordo. Lo fa con una ricerca visiva – e sonora – che solo il cinema documentario più incline alla sperimentazione sa accogliere.
Alvaro Petricig, nato nel 1967, vive e lavora nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine. Grafico, si occupa principalmente di progetti editoriali e allestimenti espositivi. A questo lavoro negli ultimi anni si sono affiancate iniziative di ricerca e documentazione (in particolare recupero di archivi fotografici e filmici) legate al suo territorio di origine, svolte soprattutto nell’ambito delle attività del Centro studi Nediža, associazione culturale di cui è il coordinatore. In quest’ottica di ricerca, legata a un preciso contesto geografico, va inquadrata la realizzazione di flm-documentari, che tuttavia propongono, anche attraverso la sperimentazione sul linguaggio visivo (dove spesso vengono utilizzate immagini amatoriali preesistenti), problematiche che travalicano l’ambito locale. (la biografia è tratta dal catalogo della 19a edizione del Trieste Film Festival, dove Mala apokalipsa venne presentato in anteprima assoluta).

Intervento di Rossella Schillaci
(autrice e regista; alterna l'attività di ricerca sul campo e la realizzazione di prodotti multimediali per archivi e istituzioni con l'insegnamento e la produzione di documentari d'autore)
a seguire proiezione del documentario di Rossella Schillaci
VJESH/CANTO (2007, 57')
Basilicata. Le donne di San Costantino e San Paolo Albanese cantano, con la loro voce acuta, lacerata. Cantano gli antichi vjeshet, tramandati da madre in figlia, che raccontano la fuga degli albanesi rifugiatisi nell'Italia meridionale cinque secoli fa. Ma sono anche sfoghi di donne, che per alleviare la fatica del lavoro nei campi “gettavano” canti da una collina all’altra. Il documentario mostra la vita in questi due paesi durante l’estate e il rapporto tra individui e tradizioni, alcune ancora sentite e tramandate, altre subite ed odiate. Le donne protagoniste del film raccontano in modo intenso, con coraggio ed estrema ironia le loro storie di migrazioni e di ritorni.
Il film fa parte del "Progetto Alba 9", una serie di 9 documentari d'autore sulla cultura arbëreshe in Italia, ideato da Salvo Cuccia.
Ricerca etnomusicologica e traduzioni a cura di Nicola Scaldaferri.

20.00 - Navel (Foro Giulio Cesare, 13)
intervallo con gli autori

20.45 -Teatro Ristori
PAOLO ROJATTI, 5 CORTOMETRAGGI
La serie di cortometraggi di Paolo Rojatti, recentemente recuperati dal Centro studi Nediža, con la collaborazione di Home Movies e del Laboratorio La Camera Ottica (Dams Cinema Gorizia), conferma lo straordinario talento del cineamatore delle Valli del Natisone, autore dell’ormai celebre L’uomo di Stregna. Tra questi film ritrovati spicca La raccolta delle patate, girato a Stregna e nei suoi dintorni in bianco e nero, verosimilmente nei primi anni ’60: una concitata partita a pallone dal montaggio degno della miglior nouvelle vague, introduce una micro vicenda – l’esclusione di un bambino dai giochi da parte dei compagni – con pochi tocchi classici che ci immergono in una dimensione temporale antica, spiazzante. Segue la parte relativa al lavoro nei campi che dà il titolo al film: anche qui, come ne L’uomo di Stregna, è l’epica anti-eroica di una comunità contadina ad emergere, nei gesti semplici e solenni del lavoro.
LA RACCOLTA DELLE PATATE, 8'
L'ATTESA, 1968, 20'
NATURA CON NEVE - LA PRIMAVERA, 7'
DELITTO IN PINETA, 1966, 3'50''
MASCHERA, 1967, 2'

Introdurranno i film:
Mirco Santi (ricercatore e filmmaker; co-fondatore dell'associazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Bologna)
Miha Zadnikar (saggista, antropologo e promotore nel campo della nuova musica)

Accompagnamento musicale dal vivo di Renato Rinaldi
(compositore e ricercatore nel campo del suono e della musica elettronica, sia per il teatro che per progetti musicali)

Info e dettagli su: www.nediza.org

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema

martedì 10 novembre 2009

IL CIELO SOPRA TORINO

Pin It
Parte domani e proseguirà fino al 13 novembre la settima edizione delle Giornate Europee del Cinema e dell'Audiovisivo, il principale Co-production Forum dell'industria audiovisiva in Italia, che quest'anno dà particolare spazio ai new media e invita al confronto sulle reali applicazioni della crossmedialità nel settore della produzione audiovisiva e cinematografica indipendente.
L'inaugurazione dei lavori, prevista mercoledì 11 novembre alle ore 15.30 prevede un confronto tra due produzioni indipendenti, da Italia e Francia, dedicate al mondo dei Rom: Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen di Laura Halilovic e La cité des Roms di Frédéric Castaignède. L'incontro è preceduto dalla proiezione dei due film (a ingresso libero, ore 12,30 e 14,00).
(fonte: Cinecittà news)
Approfitto di questa segnalazione per parlare dei due film, che affrontano i temi della segregazione e delle barriere fisiche e culturali in modo originale:
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen (Italia, 2009, 50') è un viaggio intimo e personale tra la fine della vita nomade e lo stanziamento in una casa popolare di Torino. Laura è l'unica figlia femmina della famiglia Halilovic, una famiglia Rom arrivata in Italia dalla Bosnia negli anni sessanta. La regista diciottenne racconta in prima persona con ironia e senso dell’umorismo il suo rapporto con la famiglia e il suo percorso per accettare le proprie origini e allo stesso tempo realizzare il suo sogno di diventare regista. Il documentario presenta una riflessione sulla fine della vita nomade, sulle relazioni con i parenti che ancora vivono nei campi e con i gagè, i vicini non rom. Più in generale è una riflessione sulla difficoltà nel rapporto con gli altri, sentimento che accompagna Laura sin dall’infanzia. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l’anziana nonna che ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato negli anni la vita quotidiana della piccola comunità, il documentario ci porta all'interno di una realtà quotidiana sconosciuta ai più.
Il film ha vinto il Premio UCCA 20, la Menzione Speciale Anteprima Doc e il Premio "Avanti!" all'ultima edizione del Bellaria Film Festival
Laura Halilovic è nata a Torino nel 1989. Ha collaborato, tramite un progetto di borsa lavoro, in qualità di assistente alla regia, alle attività del Centro di Cultura per la Comunicazione e i Media di Via Modena a Torino (una struttura ITER/ Istituzione Torinese per un'Educazione Responsabile dei Servizi Educativi della Città di Torino). Illusione (6') 2007, è il suo primo cortometraggio ed ha vinto il festival Sotto-18 . Grazie a questo cortometraggio Laura è stata ospite del programma di RAI 3 Screensaver. Io, la Mia Famiglia Rom e Woody Allen è il suo primo documentario.



La cité des Roms (Francia, 2008, 97') è la storia dei circa 20.000 zingari Rom che vivono nel ghetto di Nadejda, in Bulgaria. Un muro di cemento sormontato da filo spinato li separa dalla città di Sliven e un passaggio sotterraneo rappresenta l'unico punto di passaggio fra i due abitati. Anche se Sliven cerca di nascondere i suoi zingari, in periodo di elezioni le cose cambiano, perché il voto di così tante persone diventa un bene molto ambito, per cui si fa di tutto. Ovvio quindi che nel caffè di Stefka Nikolova quello della campagna elettorale sia l'argomento all'ordine del giorno. L'altro è quello che riguarda la segregazione scolastica, una barriera invisibile e molto più difficile da superare del muro del ghetto.
Il film ha vinto la Menzione speciale della Giuria del Prix Europa.
Nato nel 1971 a Parigi, Frédéric Castaignède ha studiato scienze politiche e relazioni internazionali, prima di partire per il Bangladesh, dove è rimasto per due anni come attaché culturale all'ambasciata francese. Nel 2000, ha cominciato a scrivere e a dirigere documentari, fra cui L’Autre mondialisation (2000), Le Proit ou la Vie (2004) e Contre toute impunité (2006). La cité des Roms (2008) è stato presentato al Cinéma du Réel di Parigi, al One World-International Human Rights Film Festival di Praga, al Festival internazionale del documentario di Londra e a Visions du Réel di Nyon.


giovedì 5 novembre 2009

Tracce di Muro: il 9 novembre

Pin It
Pian piano ci stiamo arrivando. Il 9 novembre, giorno dell'anniversario della caduta del Muro, è ormai prossimo ed è quindi il momento di parlare un po' dei film che la rassegna TRACCE DI MURO (da me co-curata) propone al suo pubblico. Si inizia alle 18.30 con una vera chicca: la proiezione in anteprima nazionale dei 5 cortometraggi finalisti del Berlin Today Award 2009, promosso dal Campus della Berlinale sul tema del “muro”: 5 viaggi intorno al mondo, 5 sguardi personali e divertiti fra i muri e le barriere che ancora (r)esistono.

Die Berliner Mauer (Il muro di Berlino) di Paul Cotter, Germania 2009, col., 12'.
Werner, un 75enne di Berlino, ha appena perso la moglie. Il giorno dopo il funerale, si reca nel campo abbandonato dietro casa, dove comincia a costruire un muro. Attorno al pezzo di terra, c'è un palazzone popolare, tipico esempio di edilizia comunista, dove vivono rifugiati e immigrati somali, curdi e kossovari. Ben presto, in molti si offrono di aiutarlo, ma nessuno sa quali siano le sue reali motivazioni...

BERLIN CALLING NELLE SALE ITALIANE

Pin It
È uscito finalmente il 6 novembre nelle sale italiane, grazie all'opera meritoria di Officine Ubu, l'ultimo film del regista tedesco Hannes Stöhr, presentato l'anno scorso in Piazza Grande al Festival di Locarno, BERLIN CALLING. Film particolare, in cui cinema e vita si mescolano. Il protagonista, infatti, è il dj Paul Kalkbrenner, che interpreta la parte del leggendario DJ ICKARUS.
Ickarus ritorna a Berlino dopo un estenuante tour mondiale. Con svariati album e incalcolabili esibizioni dal vivo alle spalle, Ickarus è diventato un'artista di culto. Nonostante sia completamente esausto, si butta assieme alla fidanzata Mathilde sul missaggio e il lancio del prossimo album. Quando presenta i nuovi brani alla sua etichetta, Alice, la manager della label, non è soddisfatta e gli suggerisce di lavorarci ancora. Frustrato e privo di energie dopo il tour, Ickarus continua a suonare in eventi locali, finché il suo spacciatore Pea gli vende una dose di ecstasy tagliata male che lo manda fuori di testa. Ikarus si ritrova nella stanza di un ospedale psichiatrico, mentre Mathilde non riesce più a gestire la situazione e lo lascia. Viene affidato alla supervisione della Dottoressa Petra Paul, un'esperta nel recupero dei tossicodipendenti, e si ritrova in compagnia di un folle gruppo di pazienti tossicodipendenti e persino di un suo fan... il giovane guardiano Alex. Anche se Ickarus non prende molto sul serio il programma di recupero della Dott.sa Paul, gli viene permesso di portare in clinica il suo computer per lavorare ai suoi pezzi. Nonostante ciò, Ickarus è fuori controllo e una notte riesce a uscire di nascosto per procurarsi della droga da Pea e far festa in qualche club. Questa ricaduta lo fa sprofondare ancora di più nel vortice della dipendenza. Durante una crisi distrugge l'ufficio della sua etichetta discografica per poi scivolare nella psicosi. Ickarus realizza finalmente di avere bisogno di aiuto e senza un posto dove andare, decide volontariamente di tornare in clinica. Sotto l'effetto di farmaci molto forti, l'unica via d'uscita rimasta a Ickarus è la sua musica: per questo si butta anima e corpo sulla scrittura di nuovi pezzi che lo aiutano a superare il difficile periodo di disintossicazione e che andranno a comporre il nuovo album, Berlin Calling, appunto.
Spiega il regista: “Di solito, i film sui musicisti parlano di qualche artista americano o inglese già morto. Che sia Jim Morrison, Charly Parker, Joe Strummer, Kurt Cobain, Brian Jones, Ian Curtis o Johnny Cash – la lotta che il musicista deve affrontare per farcela dipende sempre dal contesto e dal tempo in cui vive. In questo modo i film diventano ritratti di una società, diun modo di vivere, di un tempo storico. Ogni volta che si parla di un mito del rock, la lotta spesso autodistruttiva dell’artista diventa la metafora di una generazione, e la ribellione alla società è solitamente il tema principale. Per quanto mi riguarda, l’aspetto più interessante di questi ritratti è la dialettica “arte e follia”. Lo spettatore è attratto dallo stile di vita anticonvenzionale del protagonista. Si aspetta con crescente tensione il momento in cui l’artista perde il controllo, o per dirla in altro modo, lo si osserva mentre vola troppo vicino al sole. Non a caso i Led Zeppelin hanno usato la figura mitologica di Icaro come simbolo. Perché non raccontare per una volta la storia di un musicista tedesco? Addirittura di qualcuno ancora vivente? Perché occuparsi sempre del passato quando il presente è così interessante? Perché non fare un film su un compositore di musica elettronica? I musicisti della generazione di YouTube compongono con il computer, viaggiano per il mondo e non hanno bisogno di liriche per i loro pezzi. Vendono la loro musica su internet, cosa che li rende indipendenti dalle grandi major e fa circolare il loro nome fra gli appassionati di musica dance nel vasto, globalizzato, panorama internazionale. Berlin Calling non è un film biografico, quanto piuttosto un film che racconta la vita di un musicista nella Berlino di oggi. Un film sull’arte e la follia, l'ebbrezza e l’estasi, la speranza e il futuro, l’amicizia e la famiglia, la musica e la gioia di vivere e, naturalmente, sull’amore.”
Colonna sonora di Kalkbrenner, contenente anche un brano di Sascha Funke.



Hannes Stöhr
, regista, sceneggiatore, produttore, è nato a Stoccarda nel 1970 e, dopo aver completato il servizio civile e un viaggio di nove mesi in Sud America, si è iscritto alla Facoltà di Legge dell’Università di Passau. Fra il 1995 e il 1999 ha studiato sceneggiatura e regia all’Accademia di Cinema e Televisione di Berlino (DFFB), e ha frequentato seminari di sceneggiatura tenuti, fra gli altri, da Ken Dancyger, Dick Ross, Jesus Díaz, Don Bohlinger e Jacob Arjouni. Ha partecipato a seminari di regia tenuti da Wolfgang Becker, Mike Leigh, Volker Schlöndorff e Helke Misselwitz. Nel 2006 ha ottenuto una borsa di studio per la “residenza degli artisti” a Villa Aurora di Los Angeles. Attualmente lavora a Berlino come sceneggiatore e regista e insegna alla DFFB di Berlino e alla Scuola di Cinema di Ludwigsburg. Con Berlin Is in Germany, del 2001, ha vinto il Premio del Pubblico al festival di Berlino e altri importanti riconoscimenti a livello internazionale. One Day in Europe, del 2006, presentato sempre alla Berlinale, ha fatto il giro il mondo, partecipando a una trentina di festival. Berlin Calling (2008), presentato la prima volta a Locarno, è stato fra gli altri ai festival di Berlino, São Paulo e al South by Southwest Film Festival.

Di Hannes Stöhr, è possibile vedere nell'ambito della rassegna Tracce di Muro (Trieste, 21 ottobre - 18 novembre) il film BERLIN IS IN GERMANY. Il giorno 18 novembre nello spazio espositivo di Alpe Adria Cinema, il Cavò di via S. Rocco, 1. Info: www.alpeadriacinema.it, news@alpeadriacinema.it

http://www.myspace.com/berlincallingfilm
http://www.officineubu.com

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema