Torna a Trieste dal 22 al 28 novembre Science+Fiction, Festival Internazionale della fantascienza organizzata da la Cappella Underground. Come sempre, programma fitto e ospiti di grande livello. Fra gli appuntamenti da non perdere gli incontri con ospiti davvero speciali: con Sir Christopher Lee, Roger Corman e il padre del cyberpunk Bruce Sterling. Fra i molti titoli interessanti The Clone Returns Home; One, opera prima del regista ungherese Pater Sparrow tratta da un racconto di Stanislaw Lem, la co-produzione tra Canada, Russia e Giappone First Squad: The Moment Of Truth, fantascienza ambientata nel cuore della Seconda Guerra Mondiale e l'evento speciale d'apertura che si terrà al Teatro Miela domenica 22, quando i Massimo Volume sonorizzeranno dal vivo il capolavoro del 1928 La caduta della casa degli Usher di Jean Epstein.
Di assoluto interesse per tutti gli appassionati di cinema dell'est, la seconda parte della retrospettiva Marx Attacks! dedicata al cinema di fantascienza dei paesi dell’Est Europa, dopo la prima tranche del 2007 incentrata sulle produzioni dell’ex Unione Sovietica. Il programma (realizzato con la collaborazione di Alpe Adria Cinema) propone tredici film realizzati fra il 1960 e il 1985 nelle repubbliche di Cecoslovacchia, Polonia, Yugoslavia, Ungheria, RDT. Le pellicole saranno presentate a Trieste nell'ambito di Science+Fiction fra il 24 e il 27 novembre, nella sala 6 del Cinecity multiplex. E l’anno in corso è particolarmente significativo per un’esplorazione fra i film realizzati oltre la Cortina di Ferro nell’arco di tempo compreso fra gli anni '60 e la fine degli '80: il ventennale della caduta del muro di Berlino, evento epocale che il 9 novembre 1989 marcava la fine del Secolo Breve, ha dato il via a una serie di riflessioni sui segnali artistici che hanno in varie forme anticipato la caduta del Muro. La Berlinale ha presentato quest’anno una rassegna intitolata “After Winter Comes Spring – Films Presaging the Fall of the Wall” che comprendeva fra le altre una pellicola gir
Di assoluto interesse per tutti gli appassionati di cinema dell'est, la seconda parte della retrospettiva Marx Attacks! dedicata al cinema di fantascienza dei paesi dell’Est Europa, dopo la prima tranche del 2007 incentrata sulle produzioni dell’ex Unione Sovietica. Il programma (realizzato con la collaborazione di Alpe Adria Cinema) propone tredici film realizzati fra il 1960 e il 1985 nelle repubbliche di Cecoslovacchia, Polonia, Yugoslavia, Ungheria, RDT. Le pellicole saranno presentate a Trieste nell'ambito di Science+Fiction fra il 24 e il 27 novembre, nella sala 6 del Cinecity multiplex. E l’anno in corso è particolarmente significativo per un’esplorazione fra i film realizzati oltre la Cortina di Ferro nell’arco di tempo compreso fra gli anni '60 e la fine degli '80: il ventennale della caduta del muro di Berlino, evento epocale che il 9 novembre 1989 marcava la fine del Secolo Breve, ha dato il via a una serie di riflessioni sui segnali artistici che hanno in varie forme anticipato la caduta del Muro. La Berlinale ha presentato quest’anno una rassegna intitolata “After Winter Comes Spring – Films Presaging the Fall of the Wall” che comprendeva fra le altre una pellicola gir
ata in Polonia nel 1981 da Piotr Szulkin, The War of the Worlds – Next Century (Wojna swiatów - nastepne stulecie), parabola fantascientifica sulla vita quotidiana sotto una dittatura. Questa e altre distopie e utopie, incubi post-atomici, space-opera propagandistiche e fughe nel mondo della fantasia, faranno parte del palinsesto di Marx Attacks!: una retrospettiva doppiamente preziosa, poiché composta in larga parte da film che si erano visti in anteprima, e avevano ottenuto prestigiosi riconoscimenti come l'Asteroide d'Oro, nelle edizioni storiche del Festival Internazionale del Film di fantascienza di Trieste, al castello di San Giusto fra il 1963 e il 1982.
Il programma propone tre film di ambientazione spaziale realizzati nella Germania Est dagli studi DEFA: Der schweigende Stern (The Silent Star, 1960), da un romanzo di Stanislaw Lem; Eolomea (RDT 1972) di Herrmann Zschoche; Im Straub der Sterne (In the Dust of the Stars, 1976) di Gottfried Kolditz, realizzato in Romania. Dai Barrandov Studio di Praga, principale centro produttivo nella ex Cecoslovacchia, arriva la fantascienza gelida e asettica della missione spaziale del venticinquesimo secolo di Ikarie XB1 (1963) di Jindrich Polak, sceneggiato sulla traccia di un racconto di Lem da quello stesso Pavel Juráček che userà ben altri toni nel post-apocalittico Konec srpna v Hotelu Ozón (The end of august at the Hotel Ozone, 1966) di Jan Schmidt; l’arma del fantasy e della commedia sono invece la cifra stilistica di Václav Vorlíček, il cui protagonista di Kdo chce zabít Jessii? (Who wants to kill Jessie?, 1966) ha il privilegio di materializzare in realtà i propri sogni; ed è un mondo da incubo quello di Upir z Ferat (Ferat Vampire, 1981) di Juraj Herz dove la macchine non funzionano a benzina ma con il sangue umano. Dalla ex Yugoslavia provengono le cupe visioni di Izbavitelj (The Rat Saviour, 1976) di Krsto Papic, variazione sul tema dell'Invasione degli ultracorpi ambientata a Zagabria; e Gosti iz galaksije (Visitors from the Galaxy, 1981), realizzato per la Zagreb Fim dall’animatore Dušan Vukotic, una fuga dalla realtà per un giovane scrittore che porta in vita i suoi personaggi alieni.
Az eröd (The Fortress, 1979) di Miklós Szinetár è stato girato in Ungheria e inizialmente progettato per Miklos Jancso: in uno stato immaginario i turisti di un villaggio sono arruolati per partecipare a un gioco di ruolo che prevede la conquista di una fortezza, ma la simulazione è soltanto un inganno. Infine, nella Polonia dei moti di Solidarnosc, veniva realizzata negli anni '80 da Piotr Szulkin una quadrilogia di film di fantascienza, fra i quali sono stati selezionati il well(e)siano The War of the Worlds – Next Century (Wojna swiatów - nastepne stulecie, 1981) e l'apocalittico O-bi, O-ba - Koniec cywilizacji (O-Bi, O-Ba - The End of Civilization, 1985); ma il maggior successo cinematografico di quegli anni era, curiosamente, una commedia di Juliusz Machulski interpretata dal mattatore Jerzy Stuhr e intitolata provocatoriamente Seksmisja (Sexmission, 1983).Il programma propone tre film di ambientazione spaziale realizzati nella Germania Est dagli studi DEFA: Der schweigende Stern (The Silent Star, 1960), da un romanzo di Stanislaw Lem; Eolomea (RDT 1972) di Herrmann Zschoche; Im Straub der Sterne (In the Dust of the Stars, 1976) di Gottfried Kolditz, realizzato in Romania. Dai Barrandov Studio di Praga, principale centro produttivo nella ex Cecoslovacchia, arriva la fantascienza gelida e asettica della missione spaziale del venticinquesimo secolo di Ikarie XB1 (1963) di Jindrich Polak, sceneggiato sulla traccia di un racconto di Lem da quello stesso Pavel Juráček che userà ben altri toni nel post-apocalittico Konec srpna v Hotelu Ozón (The end of august at the Hotel Ozone, 1966) di Jan Schmidt; l’arma del fantasy e della commedia sono invece la cifra stilistica di Václav Vorlíček, il cui protagonista di Kdo chce zabít Jessii? (Who wants to kill Jessie?, 1966) ha il privilegio di materializzare in realtà i propri sogni; ed è un mondo da incubo quello di Upir z Ferat (Ferat Vampire, 1981) di Juraj Herz dove la macchine non funzionano a benzina ma con il sangue umano. Dalla ex Yugoslavia provengono le cupe visioni di Izbavitelj (The Rat Saviour, 1976) di Krsto Papic, variazione sul tema dell'Invasione degli ultracorpi ambientata a Zagabria; e Gosti iz galaksije (Visitors from the Galaxy, 1981), realizzato per la Zagreb Fim dall’animatore Dušan Vukotic, una fuga dalla realtà per un giovane scrittore che porta in vita i suoi personaggi alieni.
info: www.scienceplusfiction.org
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
sulla sci-fi sovietica: http://covatamalefica.blogspot.com/2007/12/est-verso-venere.html
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