È di ieri l'annuncio che Herta Müller, saggista e poetessa tedesca di origine romena, ha vinto il premio Nobel per la letteratura. La Müller, nata nel 1953 a Niţchidorf, in Romania, ha studiato all'Università di Timişoara, e nel 1976 ha iniziato a lavorare come traduttrice in un'azienda, dalla quale sarà licenziata nel 1979 per mancata collaborazione con la Securitate, i servizi segreti romeni. Questa esperienza, com'è ovvio, ha segnato tutta la sua vita personale e artistica. La motivazione con cui l’Accademia di Svezia le ha conferito il Nobel è infatti quella «tratteggiato il panorama dei diseredati» in Romania sotto la dittatura di Ceasescu «con la concisione della poesia e la schiettezza della prosa».
Nel 1982 ha pubblicato il suo primo libro, Niederungen, una raccolta di racconti che esce però in forma censurata. Nel 1987, ha lasciato la Romania e si è trasferita in Germania, dove vive tuttora. In Italia sono state tradotte poche delle sue opere: In viaggio su una gamba sola (Marsilio, 1992, nuova edizione in libreria la prossima settimana) e Il paese delle prugne verdi, ritratto impietoso di un paese dominato dalla paura e dall’oppressione della dittatura, tradotto in 15 lingue e pubblicato l'anno scorso dall'editore Keller di Rovereto (sul sito della casa editrice si può leggere un estratto del libro). Herta Müller è stata recentemente ospite del Festivaletteratura di Mantova.
Nel 1982 ha pubblicato il suo primo libro, Niederungen, una raccolta di racconti che esce però in forma censurata. Nel 1987, ha lasciato la Romania e si è trasferita in Germania, dove vive tuttora. In Italia sono state tradotte poche delle sue opere: In viaggio su una gamba sola (Marsilio, 1992, nuova edizione in libreria la prossima settimana) e Il paese delle prugne verdi, ritratto impietoso di un paese dominato dalla paura e dall’oppressione della dittatura, tradotto in 15 lingue e pubblicato l'anno scorso dall'editore Keller di Rovereto (sul sito della casa editrice si può leggere un estratto del libro). Herta Müller è stata recentemente ospite del Festivaletteratura di Mantova.
Proprio dal sito della Keller, è preso questo estratto di un suo memoriale apparso su "Die Zeit" il 23 luglio 2009:
“Gli intellettuali romeni erano disinteressati nel voler vedere svelati gli incartamenti segreti tanto quanto verso le vite che erano andate perdute attorno a loro, o verso i nuovi legami tra i capi dei partiti e gli ufficiali dei servizi segreti. Se, come me, hai chiesto pubblicamente accesso agli incartamenti anno dopo anno, cominci a dare sui nervi persino ai tuoi amici. Questo è il motivo per cui, per anni, i dossier della Securitate non sono sono stati effettivamente in possesso del National Council for the Study of the Securitate Archives (conosciuto come CNSAS) che è stato costituito a malincuore nel 1999 ma con i nuovi-vecchi servizio segreti, su pressione della Comunità europea.
Loro controllavano tutti gli accessi ai dossier. Il CNSAS doveva inviare le richieste a loro; qualche volta venivano soddisfatte, ma per la maggior parte venivano respinte, persino con la motivazione: "L'incartamento non è ancora stato chiuso". Nel 2004 ero a Bucarest per dare peso alla mia reiterata richiesta d'avere accesso al dossier. All'entrata del CNSAS sono rimasta perplessa nel trovare tre giovani donne in vestiti succinti con lunghi colli e vistosi collant come se fosse un qualche centro erotico. E tra le donne c'era un soldato con un fucile automatico a tracolla come se fossimo in una caserma militare. Il capo del CNSAS pretendeva di non essere lì, anche se avevo un appuntamento con lui.
Questa primavera un gruppo di ricercatori è capitato sugli incartamenti inerenti gli autori romeno-tedeschi dell'Aktiongruppe Banat. La Securitate aveva dipartimenti specializzati per ogni minoranza. Per i tedeschi era chiamato "Nazionalisti e Fascisti tedeschi", la sezione ungherese si chiamava "Irredentisti ungheresi", quella ebraica "Nazionalisti ebrei". Solo gli autori romeni avevano l'onore di essere posti sotto il contrrollo del dipartimento di "Arte e cultura".
Improvvisamente trovai il mio incartamento, sotto il nome di "Cristina". Tre volumi, 914 pagine.”
(continua a leggere sul sito di Keller editore)
Fonti:
Sito ufficiale di Keller editore: www.kellereditore.it/
Pagina di Google Books, dove è possibile leggere la versione inglese di Niederungen
Recensione del New York Times
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
“Gli intellettuali romeni erano disinteressati nel voler vedere svelati gli incartamenti segreti tanto quanto verso le vite che erano andate perdute attorno a loro, o verso i nuovi legami tra i capi dei partiti e gli ufficiali dei servizi segreti. Se, come me, hai chiesto pubblicamente accesso agli incartamenti anno dopo anno, cominci a dare sui nervi persino ai tuoi amici. Questo è il motivo per cui, per anni, i dossier della Securitate non sono sono stati effettivamente in possesso del National Council for the Study of the Securitate Archives (conosciuto come CNSAS) che è stato costituito a malincuore nel 1999 ma con i nuovi-vecchi servizio segreti, su pressione della Comunità europea.
Loro controllavano tutti gli accessi ai dossier. Il CNSAS doveva inviare le richieste a loro; qualche volta venivano soddisfatte, ma per la maggior parte venivano respinte, persino con la motivazione: "L'incartamento non è ancora stato chiuso". Nel 2004 ero a Bucarest per dare peso alla mia reiterata richiesta d'avere accesso al dossier. All'entrata del CNSAS sono rimasta perplessa nel trovare tre giovani donne in vestiti succinti con lunghi colli e vistosi collant come se fosse un qualche centro erotico. E tra le donne c'era un soldato con un fucile automatico a tracolla come se fossimo in una caserma militare. Il capo del CNSAS pretendeva di non essere lì, anche se avevo un appuntamento con lui.
Questa primavera un gruppo di ricercatori è capitato sugli incartamenti inerenti gli autori romeno-tedeschi dell'Aktiongruppe Banat. La Securitate aveva dipartimenti specializzati per ogni minoranza. Per i tedeschi era chiamato "Nazionalisti e Fascisti tedeschi", la sezione ungherese si chiamava "Irredentisti ungheresi", quella ebraica "Nazionalisti ebrei". Solo gli autori romeni avevano l'onore di essere posti sotto il contrrollo del dipartimento di "Arte e cultura".
Improvvisamente trovai il mio incartamento, sotto il nome di "Cristina". Tre volumi, 914 pagine.”
(continua a leggere sul sito di Keller editore)
Fonti:
Sito ufficiale di Keller editore: www.kellereditore.it/
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Recensione del New York Times
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