Ecco il nostro consiglio su come trascorrere questo pomeriggio se abitate in Friuli Venezia Giulia e siete appassionati di est, meglio ancora se di Russia. Se non ci siete ancora stati, potete andare a San Vito al Tagliamento, dove alla chiesa di San Lorenzo, è ancora possibile visitare la bellissima mostra "Arte e propaganda nella fotografia sovietica degli anni 1920-1940" (di cui avevamo già parlato QUI), organizzata dal Craf di Spilimbergo e prorogata fino alla fine di ottobre. Occasione davvero imperdibile per ammirare opere famose di fotografi come Rodchenko, Shaikhet, Grinberg, Ignatovich e altri. Una galleria che è un vero piacere per gli occhi e, allo stesso tempo, occasione per riflettere sul potere delle immagini. La giornata di oggi, poi, è anche l'ultima occasione per gustare una delle chicche proposte come ogni anno dalle Giornate del cinema muto di Pordenone. Visto che la mostra a San Vito chiude alle 20, avete tutto il tempo per vedere DIE GEZEICHNETEN (Elsker hverandre/Love One Another) [Gli stigmatizzati] di Carl T. Dreyer (ore 16.10, Teatro Verdi).
"L’azione del film si svolge in Russia, prima e durante la rivoluzione del 1905. Un prologo, oggi costituito solo da cartelli di didascalie (che non sappiamo se in origine fossero accompagnati da immagini o meno) presenta i russi come individui pigri, ma terribili quando si scuotono dal torpore. Tra di essi serpeggia il malanimo verso i propri vicini ebrei. Già da adolescente, Hanne-Liebe sperimenta il pregiudizio. In seguito, diventata una giovane donna, si invaghisce di Alexander/Sascha, uno studente dalle simpatie rivoluzionarie. Il buono a nulla Fedja sparge voci malevole, e Hanne-Liebe viene espulsa dalla scuola. La giovane fugge a Mosca, dove il fratello Jakow, ormai staccatosi dalla famiglia, si è convertito al cristianesimo diventando un avvocato di successo. A Mosca ritrova Sascha, il quale però viene istigato da uno spione della polizia, Rylowitsch, a compiere un atto terroristico. Tutti i rivoluzionari vengono arrestati, e Hanne-Liebe è costretta a tornare nella sua città. (...) Dreyer volle che la realizzazione del film rispecchiasse la massima autenticità. Con il suo scenografo Jens Lind, viaggiò a Lublino, in Polonia, dove c’era una grande comunità ebraica; gli esterni del film, ricostruiti a Berlino, riproducevano le architetture che avevano visto là. Come comparse, Dreyer scritturò decine di ebrei profughi dalla Russia (in quel periodo ce n’erano molti a Berlino, alcuni con esperienze dirette dei pogrom). Una parte della troupe moscovita dell’Art Theatre di Stanislavsky era finita a Berlino dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi e la guerra civile russa, e Dreyer poté avvalersi di molti di questi attori, il cui stile naturalista ammirava enormemente." (estratto della scheda a cura di Casper Tybejerg, contenuta nel Catalogo ufficiale del festival).
"L’azione del film si svolge in Russia, prima e durante la rivoluzione del 1905. Un prologo, oggi costituito solo da cartelli di didascalie (che non sappiamo se in origine fossero accompagnati da immagini o meno) presenta i russi come individui pigri, ma terribili quando si scuotono dal torpore. Tra di essi serpeggia il malanimo verso i propri vicini ebrei. Già da adolescente, Hanne-Liebe sperimenta il pregiudizio. In seguito, diventata una giovane donna, si invaghisce di Alexander/Sascha, uno studente dalle simpatie rivoluzionarie. Il buono a nulla Fedja sparge voci malevole, e Hanne-Liebe viene espulsa dalla scuola. La giovane fugge a Mosca, dove il fratello Jakow, ormai staccatosi dalla famiglia, si è convertito al cristianesimo diventando un avvocato di successo. A Mosca ritrova Sascha, il quale però viene istigato da uno spione della polizia, Rylowitsch, a compiere un atto terroristico. Tutti i rivoluzionari vengono arrestati, e Hanne-Liebe è costretta a tornare nella sua città. (...) Dreyer volle che la realizzazione del film rispecchiasse la massima autenticità. Con il suo scenografo Jens Lind, viaggiò a Lublino, in Polonia, dove c’era una grande comunità ebraica; gli esterni del film, ricostruiti a Berlino, riproducevano le architetture che avevano visto là. Come comparse, Dreyer scritturò decine di ebrei profughi dalla Russia (in quel periodo ce n’erano molti a Berlino, alcuni con esperienze dirette dei pogrom). Una parte della troupe moscovita dell’Art Theatre di Stanislavsky era finita a Berlino dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi e la guerra civile russa, e Dreyer poté avvalersi di molti di questi attori, il cui stile naturalista ammirava enormemente." (estratto della scheda a cura di Casper Tybejerg, contenuta nel Catalogo ufficiale del festival).
In alternativa, alle 17.30 al ridotto del Verdi, il programma "Ballets Russes 100", due rarissime testimonianze filmate sui Ballets Russes, nel centenario della loro fondazione. Quelli che sono stati presentati a Pordenone mercoledì 7 ottobre e che oggi vengono replicati rappresentano gli unici filmati conosciuti che si conoscano dei Ballets Russes, relativi alla prima stagione parigina del 1909: La Danse du Flambeau (Les Films du Lion, FR 1909), con Tamara Karsavina; Pas de Deux et Soli (Les Films du Lion, FR 1909), con Alexandra Baldina, Theodore Kosloff; e 18 minuti di riprese di Anna Pavlova (sei brevi danze) nel 1924, girato in occasione della visita che la grande ballerina fece nel 1924 allo studio Fairbanks, dov'era in produzione Il ladro di Bagdad .
Sito ufficiale delle Giornate: http://www.cinetecadelfriuli.org/gcm/
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
Sito ufficiale delle Giornate: http://www.cinetecadelfriuli.org/gcm/
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
Nessun commento:
Posta un commento