È partita ieri 18 settembre e continuerà fino al 26 settembre a Trieste l'ottava edizione del festival “I Mille Occhi”, diretto da Sergio Grmek Germani e organizzato dall'Associazione Anno Uno di Trieste. Tra i vari e curiosi percorsi che è possibile seguire in questa edizione, da segnalare sicuramente il Premio Anno Uno, che quest'anno viene dedicato a Helena Ignez, "la Musa del cinema novo" brasiliano e la mostra fotografica su Leo Castelli, collezionista e mercante d'arte triestino trasferitosi a New York agli inizi del secolo scorso, allestita nelle sale di Palazzo Gopcevich. E poi ancora si potrà assistere alla proiezione di alcune pellicole dell’attrice e regista serba Sonja Savic; Jean-Claude Rousseau, regista francese che si è poi formato nel circuito sperimentale del cinema d’avanguardia newyorkese dall’inizio degli anni ’80, presenterà i suoi De son appartement e Trois fois rien. L’attore Petar Jakonic sarà a Trieste per presentare Jug Jugoistok, da lui interpretato assieme a Sonja Savić. Marina Pierro incontrerà il pubblico nella duplice veste di interprete di alcuni film di Walerian Borowczyk presentati al festival e autrice di In Versi. Torna così a Trieste, dopo il corposo omaggio dedicatogli nel corso della diciannovesima e della ventesima edizione del Trieste Film Festival, il cinema geniale e "pazzo" di Walerian Borowczyk, accompagnato da una delle sue interpreti più significative, già nota al pubblico triestino (è stata opsite a gennaio del TFF). Jackie Raynal, oltre ad essere la curatrice della sezione dedicata a Jacques Baratier, sarà presente con due sue regie, una delle quali è una preziosa intervista “in progress” a Rohmer. Un altro ritorno gradito è quello del cinema greco, che in questo ultimo anno sembra godere di rinnovata vitalità e visibilità (anche in questo caso il Trieste Film Festival ha aperto la strada con la prima tappa di un progetto biennale che vedrà il suo completamento nel gennaio 2010). I Mille Occhi presenta infatti in anteprima Gloria Mundi, il nuovo film di Nikos Papatakis, un lavoro sulla rappresentazione della tortura. Il viaggio nel cinema di Papatakis prosegue in questo primo weekend della manifestazione con la visione di Un chant d’amour, opera unica del drammaturgo Jean Genet, che Papatakis finanziò e produsse e di Oi voskoi, film in lingua greca, diretto dallo stesso Papatakis. Altro appuntamento imperdibile che coinvolge il regista franco-greco è il documentario Nico Icon (in programma oggi sabato 19, alle ore 15.00), in proiezione durante il primo weekend del festival. Il documentario è incentrato sulla figura della modella e cantante Christa Päffgen, musa ispiratrice di Andy Warhol, che da Nikos “Nico” Papatakis ereditò il nome con il quale tutti la conosciamo. Certo non un film nuovo, ma come perdere l'occasione di rivedere la meravigliosa Nico, voce indimenticabile e presenza inquietante e bellissima di pellicole come La cicatrice intérieure di Garrel?
Sito ufficiale del festival: www.imilleocchi.com
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
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