Thomas Heise è il cineasta tedesco che ha, con maggior cura e determinazione, documentato il passaggio di consegne dalla Germania della RDT alla caduta del muro e alla successiva riunificazione. Nato nel 1955, il regista è stato per anni oggetto di violenta censura da parte degli organismi cinematografici ufficiali. Solo negli ultimi anni è stato possibile vedere i suoi primi lavori e ricostituirli su altri formati dopo che i negativi originali erano stati distrutti. La sua opera più recente, il pluripremiato Material (primo premio al FID Marseille 2009) è un'opera straordinaria, che ha attirato l’attenzione dei maggiori festival internazionali e degli addetti ai lavori.
Autore di una filmografia nella quale confluiscono analisi politica, autobiografia, indagine sociologica, sperimentazione e studio ambientale, Heise, discepolo del drammaturgo Heiner Müller, affronta uno snodo di cruciale importanza per rilanciare le ragioni di un cinema che sia in prima persona e al tempo stesso proiettato all’esterno, a confrontarsi con un presente contraddittorio e complesso. Il Festival dei Popoli, in occasione della sua 50° edizione, gli dedicherà una retrospettiva. Thomas Heise sarà anche protagonista di un workshop della durata totale di sedici ore, che si svolgerà nell’arco di due giorni (sabato 7 e domenica 8 novembre) durante il quale il regista affronterà gli aspetti cinematografici e politici del suo lavoro. Sarà un’opportunità unica per confrontarsi con l’urgenza di un cinema che propone al documentario contemporaneo una sfida radicale e appassionante.
Le iscrizioni al workshop sono a numero chiuso. Il costo complessivo è di 150 euro. Gli iscritti avranno diritto all'accredito, valido per tutta la durata della manifestazione, e riceveranno una copia del catalogo del Festival. Per partecipare, inviare una richiesta di iscrizione e un curriculum vitae a: festivaldeipopoli@festivaldeipopoli.191.it
Nato nel 1955 a Berlino Est, Thomas Heise è uno dei più importanti documentaristi tedeschi viventi. La sua carriera è strettamente legata alla sua biografia, cominciata come tipografo («nella DDR la professione di tipografo equivaleva ad una scelta di fallimento sociale » sostiene Heise in una conversazione con Erika Richter) e proseguita come assistente alla regia nel 1975. Dopo essersi formato alla HFF/B (L’Accademia di Film e Televisione di Potsdam-Babelsberg) nel 1983, realizza il suo primo film intitolato Wozu denn über diese Leute einen Film, un documentario realizzato interamente con materiali reperiti nel circuito del mercato nero. A partire dal 1983 Heise lavora come scrittore e regista di teatro, di radiodrammi e di documentari. Per tutto il periodo d’esistenza della DDR i suoi lavori sono stati bloccati, distrutti o confiscati perché – così recitava il linguaggio dell’epoca – contenevano “significati operativi” non in linea con i principi del regime. In quegli anni, oltre a produrre alcuni film come Eisenzeit e Vaterland, inizia una importante collaborazione con il celebre drammaturgo Heiner Müller. In seguito, continua a formarsi all’Accademia di Belle Arti di Berlino e a partecipare come regista a numerose produzioni. E’ dagli anni ’90 che i lavori di Heise hanno cominciato ad attirare l’attenzione della critica nazionale ed internazionale, in particolare il suo ultimo lavoro, Material, è stato accolto con grande favore ed interesse.
I primi film di Thomas Heise si occupano principalmente di descrivere le dinamiche sociali e l’apparato burocratico della DDR. Dalla fine degli anni ’80 la sua attenzione si sposta sui cambiamenti che interessano gli individui, le famiglie e le comunità coinvolte nel processo di riunificazione della Germania. In questo senso vanno interpretati i riferimenti ai fenomeni di privatizzazione, di riorganizzazione industriale, di disoccupazione, di crescita del radicalismo di destra, ecc.
I documentari di Heise sono caratterizzati dal preciso ed insistente tentativo di guardare alle cose, piuttosto che alle idee o ai principi. Per questa ragione, Heise stabilisce una modalità di lavoro basata sulla relazione con l’oggetto-soggetto dei suoi film, cercando di evitare da una parte le forme introspettive, dall’altra i rischi di sovrainterpretazione. Nei suoi film Heise si pone al centro del punto di convergenza dei fenomeni storici ma ai margini della società: ovvero nei luoghi in cui gravitano delle esistenze mai rappresentative ma sempre significative. E densi di significato sono i neonazisti della Germania Est raccontati in Stau, la spia di Barluschke, gli adolescenti ribelli di Eisenzeit o il piccolo villaggio di Vaterland. Soggetti, luoghi e oggetti che portano in luce quella moltitudine sociale, politica e storica nascosta ancora oggi negli interstizi della Germania contemporanea.
La presenza a Firenze di Heise si inscrive nell'iniziativa PRIMA O POI TUTTI I MURI CADONO, una serie di manifestazioni organizzate dalla Regione Toscana con il coordinamento della Mediateca Regionale Toscana Film Commission, in occasione del ventennale dalla caduta del muro di Berlino (Info: http://www.mediatecatoscana.it/)
(Fonte: sito ufficiale del Festival dei popoli)
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
Autore di una filmografia nella quale confluiscono analisi politica, autobiografia, indagine sociologica, sperimentazione e studio ambientale, Heise, discepolo del drammaturgo Heiner Müller, affronta uno snodo di cruciale importanza per rilanciare le ragioni di un cinema che sia in prima persona e al tempo stesso proiettato all’esterno, a confrontarsi con un presente contraddittorio e complesso. Il Festival dei Popoli, in occasione della sua 50° edizione, gli dedicherà una retrospettiva. Thomas Heise sarà anche protagonista di un workshop della durata totale di sedici ore, che si svolgerà nell’arco di due giorni (sabato 7 e domenica 8 novembre) durante il quale il regista affronterà gli aspetti cinematografici e politici del suo lavoro. Sarà un’opportunità unica per confrontarsi con l’urgenza di un cinema che propone al documentario contemporaneo una sfida radicale e appassionante.
Le iscrizioni al workshop sono a numero chiuso. Il costo complessivo è di 150 euro. Gli iscritti avranno diritto all'accredito, valido per tutta la durata della manifestazione, e riceveranno una copia del catalogo del Festival. Per partecipare, inviare una richiesta di iscrizione e un curriculum vitae a: festivaldeipopoli@festivaldeipopoli.191.it
Nato nel 1955 a Berlino Est, Thomas Heise è uno dei più importanti documentaristi tedeschi viventi. La sua carriera è strettamente legata alla sua biografia, cominciata come tipografo («nella DDR la professione di tipografo equivaleva ad una scelta di fallimento sociale » sostiene Heise in una conversazione con Erika Richter) e proseguita come assistente alla regia nel 1975. Dopo essersi formato alla HFF/B (L’Accademia di Film e Televisione di Potsdam-Babelsberg) nel 1983, realizza il suo primo film intitolato Wozu denn über diese Leute einen Film, un documentario realizzato interamente con materiali reperiti nel circuito del mercato nero. A partire dal 1983 Heise lavora come scrittore e regista di teatro, di radiodrammi e di documentari. Per tutto il periodo d’esistenza della DDR i suoi lavori sono stati bloccati, distrutti o confiscati perché – così recitava il linguaggio dell’epoca – contenevano “significati operativi” non in linea con i principi del regime. In quegli anni, oltre a produrre alcuni film come Eisenzeit e Vaterland, inizia una importante collaborazione con il celebre drammaturgo Heiner Müller. In seguito, continua a formarsi all’Accademia di Belle Arti di Berlino e a partecipare come regista a numerose produzioni. E’ dagli anni ’90 che i lavori di Heise hanno cominciato ad attirare l’attenzione della critica nazionale ed internazionale, in particolare il suo ultimo lavoro, Material, è stato accolto con grande favore ed interesse.
I primi film di Thomas Heise si occupano principalmente di descrivere le dinamiche sociali e l’apparato burocratico della DDR. Dalla fine degli anni ’80 la sua attenzione si sposta sui cambiamenti che interessano gli individui, le famiglie e le comunità coinvolte nel processo di riunificazione della Germania. In questo senso vanno interpretati i riferimenti ai fenomeni di privatizzazione, di riorganizzazione industriale, di disoccupazione, di crescita del radicalismo di destra, ecc.
I documentari di Heise sono caratterizzati dal preciso ed insistente tentativo di guardare alle cose, piuttosto che alle idee o ai principi. Per questa ragione, Heise stabilisce una modalità di lavoro basata sulla relazione con l’oggetto-soggetto dei suoi film, cercando di evitare da una parte le forme introspettive, dall’altra i rischi di sovrainterpretazione. Nei suoi film Heise si pone al centro del punto di convergenza dei fenomeni storici ma ai margini della società: ovvero nei luoghi in cui gravitano delle esistenze mai rappresentative ma sempre significative. E densi di significato sono i neonazisti della Germania Est raccontati in Stau, la spia di Barluschke, gli adolescenti ribelli di Eisenzeit o il piccolo villaggio di Vaterland. Soggetti, luoghi e oggetti che portano in luce quella moltitudine sociale, politica e storica nascosta ancora oggi negli interstizi della Germania contemporanea.
La presenza a Firenze di Heise si inscrive nell'iniziativa PRIMA O POI TUTTI I MURI CADONO, una serie di manifestazioni organizzate dalla Regione Toscana con il coordinamento della Mediateca Regionale Toscana Film Commission, in occasione del ventennale dalla caduta del muro di Berlino (Info: http://www.mediatecatoscana.it/)
(Fonte: sito ufficiale del Festival dei popoli)
questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema
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